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Le ricerche sugli Etruschi hanno avuto in Italia un processo di accelerazione notevolissimo proporre il problema della produzione artistica in veste aggiornata, uscendo fuori dalla cittadella troppo chiusa della scienza può contribuire a una nuova presa di coscienza su un area di cultura che rimane fondamentale nella storia dell'Italia preromana.
I fenomeni figurativi del mondo etrusco vanno però inseriti in una dinamica storica più ampia, che si concreta nel processo di acculturazione di un ambiente 'nativo' nei confronti di un ambiente 'esterno' quello greco. La trasformazione della civiltà etrusca dallo stadio culturale dell'età del ferro a quello dell'età 'urbana' è un tipico caso di 'plasticità' di adattamento nei confronti di un altra cultura, favorito dalla rapida ascesa di gruppi egemoni i quali, pur conservando la propria diversità etnica, vedono il mondo greco come fornitore di modelli di prestigio. Il fenomeno artistico, considerato nelle sue implicazioni materiali di lavoro e consumo, è forse quello in cui, in modo più trasparente, viene a rispecchiarsi in Etruria questo processo: il suo fine ultimo, a livello privato come pubblico, rimane quello ostentatorio, legato com'è all'ideologia del ceto dominante.
Si spiega COS1 come la formazione e lo sviluppo del linguaggio artistico vivano, a seconda del tempo e dello spazio, stagioni diverse per contenuti e qualità. solo quando la produzione artistica si qualificherà come una delle componenti attive nella divisione del lavoro delle città stato la cultura figurativa del mondo greco sarà il modello di riferimento. Con interferenze dirette -le stesse maestranze - l arte greca coinvolgerà l'Etruria dando inizio a un meccanismo che troverà battute d arresto non appena motivi interni al processo produttivo impediranno la continuità del contatto.
Rispetto alla dialettica «classico-anticlassico» che ha spesso influito nel giudizio critico sull'arte degli Etruschi, questo libro, tenendo presenti gli sviluppi delle scienze umane, sceglie come sfondo del fenomeno figurativo quello della ricostruzione dell'ambiente storico e sociale.
Mauro Cristofani, nato a Roma nel 1941, è allievo di Massimo Pallottino. Dal 1972 è professore ordinario di Etruscologia ed Archeologia Italica e insegna attualmente all'Università di Siena. È membro direttivo dell'Istituto di Studi Etruschi e Italici e dirige, assieme a Giovanni Previtali, la rivista «Prospettiva». Fra i suoi lavori piu recenti. Corpus Inscriptionum Etruscarum I, 1,4 (Firenze 1970), La tomba del Tifone (Roma 1971), Introduzione allo studio dell'etrusco (Firenze 1973), Statue-cinerario chiusine di età classica (Roma 1975 e l'edizione degli scavi che ha condotto sull'acropoli di Volterra (Accademia dei Lincei, 1976). Cura il «corpus» delle urne ellenistiche di Volterra e collabora alle maggiori riviste italiane, francesi e inglesi. Attualmente si occupa del collezionismo archeologico e del «mito» etrusco nella Toscana dei Medici e dei Lorena.