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Lo sviluppo storico della filosofia greca corre curiosamente parallelo a quello della Bibbia. I primi testi dell'Antico Testamento nella redazione di cui disponiamo cominciano ad essere composti presumibilmente nel v a.c., il secolo di Eraclito, di Parmenide, di Socrate; le ultime parti del Nuovo Testamento sono dell'inizio del II, il secolo di Plutarco, di Epitteto, di Numenio.
Ma difficilmente la cultura giudaica palestinese ebbe notizia di Parmenide o di Platone negli anni della loro attività, come difficilmente la Chiesa del V-VI secolo d.C. tenne conto degli sviluppi del pensiero neoplatonico del tempo se non per inquisire e perseguitare i suoi rappresentanti pagani.
È soltanto in età ellenistica e al principio del periodo romano che, per ragioni storico-culturali, questo contatto poté essere in qualche misura costruttivo. Si tratta del periodo che gli studiosi di giudaistica hanno recentemente denominato «intertestamentario», vale a dire quello che intercorre fra la fase finale della redazione dell'Antico Testamento (circa 200 a.c.) e la fase iniziale della redazione del Nuovo (circa 50 d.C.).
Intento di questo libro è illustrare l'aspetto e i contenuti del tipo di filosofia greca che in età ellenistica e romana venne a contatto con i popoli dell'Oriente, nella fattispecie con gli ebrei.
Aldo Magris (1949) è professore di Filosofia della Religione all'Università di Trieste. Tra le sue pubblicazioni: Carlo Kerényi e la ricerca fenomenologica della religione (Milano 1975), L'idea di destino nel pensiero antico (Udine 1984-85); Plotino (Milano 1986); Fenomenologia della trascendenza (Milano 1992); presso la Morcelliana: La logica del pensiero gnostico (Brescia 1997); Il Manicheismo. Antologia dei testi (Brescia 2000).