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Se da un lato l’uomo ha raggiunto condizioni di vita e un benessere prima impensabili, dall’altro è travolto da un’ondata di vecchi e nuovi mali, dalle mai risolte problematiche legate a una schiena notoriamente debole alla recente epidemia di obesità. Una piaga sanitaria per i singoli individui, ma anche economica e sociale per intere comunità. Da Harvard arriva oggi la tesi del biologo Daniel Lieberman: la salute del nostro corpo è strettamente intrecciata alla sua storia evolutiva, a come esso nei millenni è cambiato in relazione all’ambiente circostante. Quindi dobbiamo guardare al nostro passato remoto per capire non solo come siamo, ma anche come saremo e come potremo essere. D’altronde, ci dice Lieberman, l’evoluzione umana, e con lei la storia del nostro corpo, è tutt’altro che conclusa.
"Che ci piaccia o no, siamo primati grassocci e senza pelliccia a cui piacciono gli zuccheri, il sale e i grassi, ma siamo ancora adattati a una dieta diversificata ricca di frutta e verdura, noci, semi, tuberi e carne magra. Ci piace rilassarci, ma i nostri corpi sono ancora quelli di atleti di resistenza evoluti per camminare per molti chilometri al giorno e per correre spesso, oltre che per scavare, arrampicarsi e trasportare pesi. Adoriamo le comodità, ma non siamo ben adattati a trascorrere le giornate in poltrona, calzando scarpe e fissando un libro o lo schermo di un computer." (Daniel E. Lieberman)