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Oggi possiamo affermare, con un grado di probabilità che è vicino alla certezza, che a partire dalla fine del terzo millennio i movimenti di popoli, dovuti in gran parte all'effetto combinato dell'aumento demografico delle popolazioni europee e all'inaridimento del clima con conseguenti gravi e prolungate carestie delle quali abbiamo traccia prima nelle analisi geomorfologiche e poi in documenti contemporanei, raggiunsero il Mediterraneo orientale e centrale, con effetti disastrosi. Crollarono civiltà millenarie ed altre ne sorsero e crollarono a loro volta alla fine del secondo millennio, da Hattusa a Cipro, alla Grecia continentale e insulare, in un rinnovarsi di disastri ancora maggiori, provocati da nuovi arrivi di interi popoli da nord e da ovest. Migrazioni di intere popolazioni mediterranee per sfuggire a guerre e massacri si verificarono allora in tutta l'area, prevalentemente in direzione est-ovest, verso aree meno esposte. Fra queste molte partirono dalle coste dell'Anatolia, dalle isole dell'Egeo, dal Levante. I Tirreni furono fra questi. Già gruppi erano diretti verso i paesi occidentali alla ricerca dei metalli: Sardegna, Italia tirrenica, Iberia orientale e meridionale. I primi solcarono il mare già nell'Eneolitico, alla fine del terzo millennio, poi nel Bronzo Antico, ma nel Bronzo Tardo e Finale, a partire dal XIV secolo, i gruppi si fecero sempre più numerosi a seguire non solo le rotte verso le terre ricche di rame, ferro, stagno, oro e argento, ma anche le vie alla ricerca di nuove sedi in territori fertili dove stabilirsi fuggendo dall'apocalisse. Lungo rotte già note da un millennio almeno, molti migrarono e fondarono città e nuovi stati, alcuni portando a loro volta morte e distruzione alle genti ivi già stabilite, altri invece costruendo una pacifica convivenza con esse. Uno dei popoli risultanti da queste distruzioni e da queste convivenze fu il popolo etrusco. Il nocciolo di esso era di origine egeo-anatolica: la lingua, i costumi, le tradizioni, i ricordi trasmessi oralmente ne facevano fede. Diventò uno dei popoli preminenti in Italia, fino a dominare la penisola dalle Alpi fino allo stretto di Sicilia, come scrisse Livio. Fu la prima civiltà in Italia, che dette i natali a quella gloriosa di Roma. I nostri studi rappresentano oggi un doveroso atto di riconoscenza e di amore per quei nostri lontani antenati.