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Il 1848 segna un passaggio fondamentale nella lunga e complessa storia della minoranza ebraica italiana. Dopo lo Statuto albertino del 4 marzo, gli ebrei acquistano nel Regno di Sardegna i diritti civili e politici con i decreti del 29 marzo e del 15 aprile e con la legge del 19 giugno. Per la prima volta, gli ebrei diventano a pieno titolo cittadini uguali agli altri, non pio soggetti alle limitazioni, alle interdizioni e alle angherie che, a tappe alterne, avevano segnato la loro plurisecolare presenza sul territorio italiano. Centocinquant'anni fa si realizzò quindi l'incontro tra i nuovi ideali di libertà e di uguaglianza e il microcosmo ebraico, fino ad allora racchiuso in quell'atmosfera angusta e unica dei ghetti che ha lasciato nei destini ebraici un segno irrinunciabile di identità.
In questo libro, Giorgina Arian Levi e Giulio Disegni ripercorrono, grazie all'attento esame di carte e documenti d'archivio, il lento cammino che portò all'emancipazione. Rivivono così i fitti intrecci di relazioni e le contraddizioni, la vita quotidiana e gli avvenimenti politici, i movimenti di opinione e l'instancabile opera degli ebrei piemontesi per la loro libertà, in una storia che assume un nuovo e attuale significato per una società come la nostra, caratterizzata dalla difficile convivenza tra culture e tradizioni diverse.
Giorgina Arian Levi è stata docente nei licei classici e deputata al Parlamento. È autrice di saggi sul mondo della scuola, sui popoli dell'America Latina (dove emigrò a causa delle persecuzioni razziali), sulla storia del movimento operaio e dell'ebraismo. Dal 1975 al 1987 ha diretto il periodico di cultura ebraica Ha Keillah.
Giulio Disegni, avvocato civilista, è stato segretario della Federazione giovanile ebraica d'Italia. Si è occupato della storia e della condizione giuridica delle minoranze; tra i suoi libri ricordiamo Ebraismo e libertà religiosa in Italia (Einaudi, 1983).