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Dalla prefazione dell'autore:
"Il termine «cristianesimo primitivo» esprime più che un mero concetto storico; in ogni uomo, che sia intimamente legato al cristianesimo, quel termine fa appello a un superiore sentimento di patria, ridestando in lui una ammirazione piena d'amore, una nostalgia spirituale.
Quando Goethe parlava della «pianta primordiale», non intendeva alludere a una qualsiasi pianta visibile, che in passato si fosse trovata all'inizio dell'evoluzione degli organismi vegetali; bensì a un'essenza spirituale, che il suo sguardo veggente scorgeva in ogni singola pianta, come principio vivente e di continuo creativo, tale da esprimere da se stesso ogni forma di foglie o di fiori.
Simile al rapporto fra la «pianta primordiale» e le singole piante è quello fra il cristianesimo primitivo (esso stesso soltanto una fase evolutiva) e le diverse forme, i singoli sviluppi storici del cristianesimo. Gli avvenimenti a cui si riferiscono i Vangeli e i Fatti degli Apostoli, come pure i principali eventi dei tre primi secoli cristiani, trascendono la semplice storia terrestre. Attraverso quelli, un elemento ultraterreno penetra negli eventi terrestri; il cielo diventa terra, Dio si fa uomo. Più distintamente che in qualsiasi altra epoca, attraverso le immagini e i fenomeni visibili sulla terra, traspare la sfera celeste degli archetipi, dei fenomeni prototipici. Assume allora corpo un'essenza spirituale, ultraterrena e sovrumana.[…]"