La Confessione di fede di A.Ch. Belobockij, erudito polacco accusato nel 1861 a Mosca di essere un eretico, è uno straordinario documento manoscritto, testimone di una delle fasi di passaggio più delicate nei rapporti tra Polonia e Russia. La polemica teologica e politica illustra con forza non solo le contraddizioni e le inattese aperture ideologiche della Russia prima delle riforme di Pietro il Grande, ma anche l'importanza del bagaglio retorico e dottrinale di un erudito polacco nutrito di quelle idee di pace e tolleranza sviluppatesi a patrire dalle opere del mistico catalano Ramon Llull per arrivare fino a quelle di Lelio e Fausto Sozzini, recepite e diffuse da una ristretta elite di intellettuali, membri di un'Europa delle idee che spaziava dalla Spagna alle terre russe.
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