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La notizia che la Cina - dopo dieci anni durante i quali nessun giornalista occidentale aveva avuto il permesso di entrarvi - avrebbe aperto le porte a Maria Antonietta Macciocchi e a suo marito Alberto Jacoviello dell'"Unità" fu riportata con grande rilievo dalla stampa di tutto il mondo. Il libro che presentiamo è il frutto di quel viaggio, compiuto tra l'ottobre e il dicembre 1970. Che cosa è la Cina dopo la rivoluzione culturale? Ce lo dice M. A. Macciocchi guidandoci dalle fabbriche alle università, dove gli studenti prendono lezione dagli operai; dagli ospedali alle scuole, dove i bambini imparano anche le nozioni mediche fondamentali per poter diventare un giorno i famosi "medici dai piedi nudi"; dalle comuni ai cantieri, dove gli operai fanno prodigi di volontà e di intelligenza per costruire senza l'aiuto dei tecnici occidentali, e nemmeno sovietici; e insieme conduce un'attenta analisi della rivoluzionaria struttura del partito e dell'esercito in questo nuovo mondo che si schiude dall'interno all'esame di una militante comunista. Si tratta di un processo grandioso e lacerante: quello di una rivoluzione nel corso di una dittatura del proletariato. Ma il libro va al di là della "cronaca" di fatti, per presentarci l'altra via di costruzione socialista e puntualizza l'apporto decisivo che la rivoluzione cinese offre allo sviluppo del marxismo - leninismo con una soluzione di grande portata al problema fondamentale della transizione socialista: quello del ruolo delle masse, del partito e dello stato nell'esercizio del potere proletario.
Questo è dunque il primo libro nel mondo a narrare la Cina dopo la rivoluzione culturale, e viene pubblicato contemporaneamente in Italia, in Francia e nei paesi di lingua anglosassone.