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«Arte primitiva», come «arte selvaggia», intesa quale espressione delle cosiddette culture sottosviluppate, è ormai notoriamente una metafora o classificazione di comodo, che non implica affatto l'idea di un'arte inferiore, di un primo balbettamento del linguaggio estetico. L'Occidente «civilizzato» se ne è reso conto da circa mezzo secolo, e cioè da quando Picasso, Matisse, Vlaminck interpretarono e tradussero creativamente la loro «scoperta» della scultura negra. La quale ebbe tanto seguito, proprio perché ci restituiva i mezzi artistici indispensabili a pronunciare certi contenuti che la nostra civiltà aveva sprofondati nell'inconscio, donde generavano angosce, inibizioni, sgomenti e tante altre conseguenze drammaticamente avveratesi nelle vicende di questo secolo. Il riconoscimento dei valori dell'arte primitiva preannunciò, nella cultura e nel gusto, quegli altri riconoscimenti sociali, civili, umani che oggi nella politica vanno sotto il nome di anticolonialismo. Uno dei primi risultati era stato per intanto che un patrimonio creativo tra i più ricchi, rimasto fino ad allora una riserva quasi esclusiva degli antropologi, quanto dire un fenomeno press'a poco di storia naturale, diveniva non solo una miniera di tesori artistici, ma un testo di storia umana nella più piena estensione del termine. Bastino questi notissimi fatti a sottolineare l'importanza del panorama delle arti primitive raccolto da Douglas Fraser. In una prospettiva mobilissima, il lettore è trasportato dai deserti asiatici alle isole del Pacifico, dalle regioni polari alle foreste equatoriali: ma questi spostamenti fantastici e avventurosi, pur così ricchi di incontri sorprendenti, non hanno nulla di arbitrario; obbediscono anzi a una continuità dell'osservazione e a una logica del discorso interpretativo, garantite dal rigore scientifico
e dal sicuro gusto del Fraser. Col vantaggio anche di riportare gli esemplari qui presentati a un giusto apprezzamento, sfatando la sommaria e antiquata confusione che li scambiava per prodotti artigianali. Di attraente lettura, di agevole consultazione, il libro fa compiere un mirabile viaggio, che nessun uomo moderno si pentirà di aver intrapreso.