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Senza forse volerlo, ma con deliberato spirito didattico, Ludovico Micara ha prodotto, con questo suo Architetture e spazi dell’lslam un libro particolarmente utile per la diffusione, In Italia ma non solo in Italia, della cultura dell’lslam, che ha concentrato sull’architettura tutta la sua attenzione, non potendo e non volendo disperdersi, come nei paesi cristiani, intorno alla pittura e alla scultura.
Il sottotitolo del volume Le istituzioni collettive e la vita urbana sta a segnalare il taglio particolare col quale il Micara ha voluto trattare la materia, proprio per mettere in risalto i valori “urbani” delle istituzioni stesse da lui esaminate, che agiscono come “poli” d’interesse collettivo e sociale all’interno della città islamica.
La scelta delle illustrazioni, la loro quantità cospicua, e la relazione che determinano col testo, raggiungono lo scopo che l’Autore s’era prefisso, cioè di sensibilizzare intellettualmente il lettore alle bellezze e alla quantità di bellezze dell’Oriente islamico: l’inserzione avveduta di brani tratti dai libri che molti viaggiatori, di ieri e di oggi, arabi ed europei, hanno scritto, illumina particolarmente quest’opera perché riesce, cambiando improvvisamente il tono del discorso che passa da una descrizione volutamente scientifica agli slanci dell’animo, a rendere in modo magistrale, con poche pagine, l’essenza prima di questi differenti luoghi pubblici, ognuno destinato ad una “funzione” diversa nonostante quel tanto di comune, in senso costruttivo e compositivo, che quel modo di progettare e costruire riesce a dare a tutto, proprio per legare ogni funzione, ogni spazio, ogni bellezza architettonica, al nome di Allah e alla civiltà che Maometto ha voluto.