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Dall'introduzione di Giancarlo G. Scoditti:
"Uno studio sulle espressioni di una società semplice (etnologica) può essere affrontato da angoli visuali diversi. Potrebbe essere interessante, per esempio, analizzare come vengano catalogati i vari oggetti estetici prodotti in una società etnologica, cioè quali categorie interpretative siano applicate nel percepirli.
Si tratterebbe allora non solo di analizzare e quantificare gli atteggiamenti di culture complesse rispetto ad oggetti estetici di culture semplici o "diverse" (intendendo questo ultimo termine come sintesi di un insieme di modi di pensare e fare risultanti da "forme" - nell'accezione di L. Hjelmslev - che organizzano diversamente una stessa "materia") é stabilire così anche le variazioni nel gusto di chi percepisce (tentando, inoltre, di costruire i modelli di riferimento a cui queste variazioni vanno rapportate),ma anche di analizzare come questi oggetti estetici vengano percepiti da chi li produce e nella loro situazione etnologica.
Questo, tra i modi di percepire uno stesso oggetto (formalmente definibile), non è che un primo tipo di paragone, ma il problema si articola all'interno di ogni modo di , sia di una società complessa che semplice, ed è utile chiedersi come venga percepito l'oggetto da chi lo produce e da chi invece, si limita a percepirlo ma in una stessa sociale. Si danno cioè, diversi possibili atteggiamenti estetici da mettere in relazione non solo a modelli, o complessi di regole, elaborati e vigenti all'interno di una determinata società, ma anche a variazioni di gusto personale. Tanto il modello quanto il gusto personale - e l'incidenza che l'uno ha sull'altro nel determinare le variazioni - sono elementi che vanno analizzati nello studio delle espressioni estetiche in una società etnologica.[...]"