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Si è scritto molto sulle grandi scoperte geografiche dell'età di Colombo, assai meno sull'esperienza che i primi viaggiatori europei fecero incontrando le popolazioni delle nuove terre a cui approdavano. Incontri che cominciarono in realtà già nel XIV secolo, quando i primi spagnoli arrivarono alle Canarie, proseguirono sulle coste africane e infine nelle isole caraibiche dove poi giunse Colombo. Gli europei scoprirono allora che il genere umano era più vasto e differenziato di quanto avessero saputo fin lì. Ma quei "selvaggi" nudi, licenziosi, magari anche cannibali, erano uomini davvero? E se lo erano per l'aspetto, lo erano anche per l'anima? Perché non conoscevano la parola di Cristo? E potevano riceverla? Il libro ripercorre, sulla base delle cronache del tempo, i primi viaggi atlantici degli europei, dalla metà del Trecento ai primi decenni del Cinquecento, raccontando come quegli incontri si svolsero, e quali effetti ebbero sia sull'idea europea di genere umano sia sul destino, tragico, di quei popoli sconosciuti.