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Questo saggio prende in esame i rapporti - non casuali bensì necessari - tra concezione del Sacro e mondo del diritto (e, di conseguenza, della politica) in una comunità tradizionale quale quella romana arcaica.
Contrariamente alle vedute ordinarie, miopi e profane, l'operare magico e rituale (in un secondo tempo, quello religioso, già depotenziato e indiretto) costituiva la base di legittimazione dell'agire umano, e il Sacro si manteneva presupposto di ogni diritto o struttura sociale.
L'autore documenta vari aspetti di tale realtà (dagli ordini sacerdotali alla funzione regia, ai segni augurali, ecc.), e più brevemente ne segue gli sviluppi nelle epoche successive, fino all'affermarsi del Cristianesimo; testimoniando lo spirito di giustizia della Paganità, che non è soltanto di ieri ma di oggi e di domani, là dove vi sia chi ne faccia norma interiore.
Indice
Nota introduttiva
Considerazioni preliminari: il culto e il rito
Fas e ius
Cerimonie sacre
Il carattere sacrale della procedura arcaica
Il calendario romano
I signa
I prodigia
Il rex
Magistratura e sacerdozio
Prospettiva storica: religione e diritto in età imperiale
Epilogo