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Il desiderio dei discepoli, nutriti alla dottrina di colei che chiamavano mamma era quello di veder riunite in un unico corpo le sparse membra del triennale ammaestramento. In esso, come dirà per tutti il concittadino che dal Sommo Pontificato la innalzerà agli onori degli altari, vedevano che «la sua dottrina fu infusa, non già acquistata». Altri, i più innanzi nell'ascesi, ci ritrovavano un po' sé stessi forse solo come parte occasionale, ma altri, e forse i più, vi vedevano il senso della loro nuova vita, quella vera, intrapresa alla Sua scuola, sprone alla perseveranza anche, o soprattutto, per non curare quell'essere indicati a dito «ut fere tota civitas miraretur!».
Ma altri motivi concorsero alla realizzazione: tutti suoi, di Caterina. Ci sembra soprattutto da rilevare che l'animo della Santa di Fontebranda era, in quel tempo, attanagliato da due grandi dolori: quello lasciato in atto alle sue spalle, con la dipartita da Firenze, in occasione della rivolta dei Ciompi, e l'altro presagito dalle notizie che pervenivano da Roma. Dell'una e dell'altro, ci restano documenti d'appassionata partecipazione, la «Lettera ai signori priori delle Arti e Gonfaloniere di giustizia della città di Firenze», commiato da quei figli veramente sofferti, e l'altra, scritta da Firenze stessa nel giugno del '78, al Cardinale Pietro de Luna.
Odio e rancore in cuore, discordia tra Cristo in Terra e i discepoli suoi, prevaricazione di un prediletto, sono i mali da cui trae motivo immediato il LIBRO e son gli stessi che, trasumanati in «odio di sé» e pazienza nell'obbedienza, saranno la base dell'ascetica cateriniana.
La santità di Caterina è quella dichiarata da san Paolo e cioè la vera conformità dei fedeli a Gesù Cristo, Figlio di Dio, di modo che questi sia il primogenito fra molti fratelli. La loro azione deve consistere nel dare in sé compimento a ciò che manca alla Passione di Cristo, e nel rivelare al mondo la vita nascosta del Salvatore.
E' questa la base della «discrezione» che deriva da discernere, conoscere cioè sé stessi prima, per arrivare al «cognoscimento di Dio». Chi ci perviene è oggetto, come lei, Caterina, di una prima, provvida misericordia, che cala nel singolo il disegno universale del Padre comune. E dal particolare Caterina sale all'universale misericordia alla Chiesa e al mondo. Dio fa «Ponte» del suo Figlio per permettere all'uomo di varcare l'abisso del peccato.
Prefazione
Introduzione
Amanuensi e traduttori
Le edizioni a stampa
Composizione
L'origine
Lo spirito e il contenuto
Trattato della discrezione
Trattato dell'orazione
Trattato della providenzia
Trattato dell'obbedienza
La devota rivelazione o dialogo breve
Preghiere
Alcune orazioni di Santa Caterina da Siena