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Il Panarion è un vero e proprio trattato eresiologico, anche se nel corso del III e del IV secolo alcuni autori inseriscono nei loro scritti elenchi, più o meno lunghi, di eresie, basti pensare a Clemente d'Alessandria, Origene, Eusebio di Cesarea, Cirillo di Gerusalemme. L'opera, monumentale e ricca di documenti, si compone di tre libri, ripartiti in sette tomi, nei quali sono presentate e confutate ottanta tra eresie e scismi: il primo libro contiene tre tomi e quarantasei eresie (barbarismo, scitismo, ellenismo, giudaismo e samaritanismo, con le rispettive suddivisioni, e le eresie sorte dopo l'incarnazione di Cristo, dai simoniani ai tazianei), il secondo due tomi e ventitré eresie (dagli encratiti agli ariani), il terzo due tomi e undici eresie (dagli audiani ai massaliani). Chiude il trattato "la difesa della retta fede e verità, che è rappresentata dalla santa, cattolica e apostolica Chiesa", in cui l'autore sintetizza i punti fondamentali della dottrina cattolica ortodossa, la Trinità, l'incarnazione di Cristo, la resurrezione dei morti, il giudizio eterno - e i principi istituzionali che reggono la Chiesa, la liturgia, le riunioni, i digiuni, le festività, la vita dei fedeli e dei monaci, le prescrizioni per la vita quotidiana. Il risultato di questo lavoro è un panarion, appunto, una cassetta di medicinali, dalla quale poter trarre rimedi contro morsi e punture mortali.