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La Storia esige una continua revisione. Essa è revisionista, oppure non è che propaganda contraffatta. Anche in Israele, scrive Ugo Tramballi sul supplemento culturale de Il Sole - 24 ore del 16 aprile 2000, la corrente revisionista non ha risparmiato alcun capitolo del passato; ha scovato ogni angolo oscuro di una storia che sembrava perfetta. Zeev Sternhell con Nascita d'Israele: miti, storia, contraddizioni non ha solo messo in discussione le radici socialiste ed egualitarie d'Israele: ha smontato la figura mitica del pioniere fondatore del Paese.
In The Seventh Million, Tom Segev racconta che il milione di ebrei di Palestina sapeva ciò che stava accadendo agli altri sei milioni nei campi nazisti. Ed ora in un libro sulla Palestina del Mandato inglese, non ancora tradotto dall'ebraico, Segev smentisce un'altra certezza: non è vero che gli inglesi stavano dalla parte degli arabi; gli ebrei, piuttosto, non avrebbero potuto trovare un sostenitore migliore della loro causa.
In Italia don Curzio Nitoglia, con questo suo studio, delinea la storia del sionismo, che si intreccia e si sovrappone, anche se non sempre, a quella degli ebrei dell'ultimo secolo del secondo millennio, e che risulta essere il fondamento e la miscela esplosiva dello Stato israeliano; esso muove pure la propaganda debilitante e paralizzante del mondialismo, a cui i popoli fieri della loro identità continuano ad opporsi. Sionismo e fondamentalismo è un altro duro colpo ai luoghi comuni, alla propaganda e alle menzogne che continuano a segnare la nostra epoca e che allignano anche in territori e ambienti insospettabili.