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Espressioni di un'arte le cui forme sono altrettante vie verso la conoscenza dei principi metafisici, romanico e gotico coesistono nel duomo genovese, il primo dando tono alla struttura del tempio ed il secondo alle sculture della facciata. La cattedrale assurge così ad immagine del cosmo e le fasi operative che la realizzano riflettono fedelmente gli archetipi ispiratori, hanno perciò un senso l'orientazione dell'edificio sacro, la delimitazione del suo contorno ed il dirozzamento della pietra, mentre l'altare, collocato nel centro della chiesa, simboleggia il Motore Immobile dell'universo ed il rito ivi celebrato è in linea con una tale idea di centralità spirituale. Il medesimo patrimonio concettuale sta racchiuso nel simbolismo esterno, ove, nella nicchia del portale maggiore, il Verbo Trionfante è l'Alfa e l'Omega della manifestazione universale; Ruota ed Albero della Vita, da parte loro, riportano allo stato paradisiaco del Giardino dell'Eden ed alle sue corrispondenze macro e microcosmiche. La sapienza dell'arte gotica si estrinseca infine nelle due porte laterali della facciata, aperture che danno accesso alle vie iniziatiche dei Piccoli Misteri e dei Grandi Misteri e delle quali sono guardiani San Giovanni Battista e San Giovanni Evangelista. Essi, trasposizione nel Cristianesimo delle due metà di Giano Bifronte, esprimono il passato ed il futuro, entrambi in rapporto all'eterno presente del Cristo che unifica in sé la dualità del profeta della Sua venuta e dell'evangelista della Sua essenza divina.