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Dal prologo dell'autore:
"L'alchimia è l'esperienza di un insegnamento, le cui radici si perdono nella cultura spirituale e tecnologica di antiche civiltà, dalla babilonese all'egizia, dalla cinese all'indiana. La vicenda storica dell'alchimia è complessa e di faticosa decifrazione, non solo perché in essa convivono dottrine filosofiche e magia, pratiche metallurgiche e misticismo, scienza astrologica e iatrochimica, ma anche per le valenze esoteriche che ne pervadono il linguaggio e ne disegnano essenziali trame nel tessuto della memoria. Gran parte di questo patrimonio ci è stata trasmessa dai libri, dai manoscritti pazientemente copiati, dall'ampio corredo iconografico che spesso li adorna. Ad essi sembra sia stato affidato il contraddittorio sapore dell'esperienza, affinché altri possano invogliarsi, leggendo e rileggendo, a seguire le tracce di un' Arte che si propone di guidare alla conoscenza della 'materia', al segreto nutrimento di questa e delle sue arcane trasformazioni, 'Per giungere poi a vedere nello specchio della Natura, religiosamente, il cammino che unisce l'uomo al cosmo, l'uno al tutto.
La mostra che questo catalogo introduce non può comprendere per intero quanto lasciano intendere certe riflessioni, né lo potrebbe pretendere in alcun modo, semmai desidera essere l'occasione per incontrare quella testimonianza, soprattutto figurativa, che ai libri ed ai codici ha affidato la tradizione alchemica. A questo proposito è opportuno precisare che il nostro lavoro di raccolta e di esposizione è stato diretto, tenendo presente gli strumenti della critica storica e filologica per i testi ed iconologica per le immagini, verso una ricerca che possa almeno delineare, ponendo in evidenza le principali componenti del processo alchemico in Occidente, i contenuti essenziali che muovono i diversi aspetti scientifici, filosofici e mistici dell'Opera ermetica, secondo le caratteristiche letterarie ed iconografiche che le sono proprie.
Una simile premessa non poteva essere del tutto scontata nell'ambito di un 'racconto' bibliografico come quello a cui rimandano i volumi esposti e che rappresenta, per la qualità e la quantità della raccolta, la maggiore rassegna di codici figurati dell'alchimia 'europea' fino ad oggi presentata, come non si poteva ritenere ovvio l'importante ruolo che spesso la teoria e la pratica alchemiche hanno svolto all'interno dei processi culturali che vanno dal Medioevo ai secoli XVII e XVIII.
L'iter della mostra si articola nell'arco di tempo che va dalle più antiche testimonianze a noi giunte, i papiri conservati a Leida e Stoccolma, scritti in Egitto alla fine del III secolo d.C. e contenenti ricette per fabbricare vernici e tinture, alla vasta produzione di testi e immagini del Seicento e agli epigoni settecenteschi.
Il percorso tra questi estremi attraversa inevitabilmente le tappe basilari della storia dell'alchimia occidentale[…]"