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Attraverso questo breve trattato Cipriano ci conduce a un'analisi dell'invidia, che egli riconosce essere "la radice di tutti i mali". Questa passione - che è all'inizio della storia dell'uomo con l'inganno del diavolo e la conseguente cacciata dal giardino di Eden - non appartiene infatti solo al passato remoto dei nostri progenitori, ma è attiva nel presente della coscienza dell'uomo, perché da essa si innervano una serie di vizi quali la superbia, la crudeltà, la perfidia, l'impazienza, la discordia, l'ira, la cui descrizione conferisce all'opuscolo ciprianeo un taglio psicologico assai moderno.
Illustrato il male, Cipriano passa a indicare il rimedio. Il cristiano ha accolto l'invito alla conversione, nel battesimo ha ricevuto quello Spirito che, purificandolo, lo ha reso figlio di Dio, quindi fratello, discepolo, imitatore in pensieri, parole e opere di Gesù, che ha indicato nella pratica dell'umiltà e della mitezza, ovvero nell'amore, la via alla perfetta somiglianza con lui. In tal modo è ristabilita la pace piena e definitiva con Dio e con tutti com'era all'inizio.
Introduzione Alle radici di un vizio
Nota Bibliografica
Cyprianus, De zelo et livore
Cipriano, La Gelosia e l'Invidia
Le ingannevoli insidie e le aperte minacce del diavolo
Si muore di invidia quando per gelosia si imita il diavolo
L'invidia è radice di tutti i mali
Segue Cristo chi si pone sulle sue orme
Il patto della carità
Il premio dell'amore e della pace