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Chi vive nel mondo contemporaneo, abituato all’estrema parcellazione e specializzazione delle discipline, sia scientifiche che umanistiche, non può che restare sorpreso dal carattere globale della cultura rinascimentale.
Questo libro è dedicato al complesso rapporto che, tra XV e XVI secolo, le arti magiche e divinatorie intrattengono con le arti liberali del Trivio (grammatica, retorica e logica) e del Quadrivio (aritmetica, geometria, astronomia-astrologia, musica e ottica). Grande attenzione è riservata all’astrologia, forma di sapere intorno al cui statuto (razionale o superstizioso) si interrogano e accapigliano diverse generazioni di intellettuali, da Ludovico Ariosto a Giovan Battista Della Porta, da Giovanni Pico della Mirandola a Galileo Galilei. Sono questi gli anni della genesi ‘torbida’ della modernità, durante i quali gli scaffali delle biblioteche dei dotti si arricchiscono tanto dei testi magici della tarda antichità, quanto dei grandi classici della matematica e della meccanica classiche.
Dalla previsione del futuro all’attrazione magnetica, dai voli notturni delle streghe alla ‘liberazione’ dell’arte magica dei prestigiatori, dal ruolo ‘culturale’ del teatro a quello ‘sociale’ della scienza, l’autore restituisce l’immagine caleidoscopica di una società in mutamento, in pagine nelle quali una briosa giocosità si mescola a un’umbratile, inquieta malinconia.