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Mostri notturni che aggrediscono e terrorizzano; re e popoli scandinavi del V-VI secolo con le loro storie di faide e le istituzioni e i riti e le forme poetiche delle loro bellicose società; un guerriero di eccezionale forza e saggezza di cui vengono raccontate le imprese terminali dell’apprendistato giovanile e della vecchiaia di re: questo è il Beowulf, poema antico inglese contenuto in un manoscritto del 1000 circa. Le sue vicende eroico-teratologiche si svolgono tra sale rilucenti, misteriosi specchi d’acqua, scogliere, tumuli preistorici; il suo racconto apre squarci di lunga portata nel passato e nel futuro, mentre nella seconda parte si modula in elegia sulla labilità esistenziale e storica di individui, stirpi, nazioni. Opera di difficile datazione (tra il 700 e il 1000), il Beowulf è anche un testo reso incerto da guasti del manoscritto e da oscurità linguistiche e narrative: l’edizione che qui si presenta è aggiornata alle proposte critiche più recenti ed è accompagnata da un commento che vuole essere una guida alla lettura e alle sue incertezze.