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Nelle solitudini d'Arabia, lungo antiche piste dimenticate, strade degli aromi e delle spezie, esistono i ruderi di città nabatee abbandonate da due millenni. Seguendo queste piste e le tracce di Lawrence d'Arabia, Cino Boccazzl arriva nella regione di Hegra, a Madain Saleh, nel deserto d'Heggiaz, fra i ruderi di colossali necropoli scolpite nella roccia rossa, facendo rivivere gli antichi popoli scomparsi e dispersi dalle maledizioni bibliche e coraniche. Tutto qui conferma che gli uomini hanno costruito per la sola certezza che hanno, la morte, per cui hanno scavato la muraglia di sepolcri, pietre miliari lungo la via del tempo. Grandi pietroni sparsi davanti alle facciate quali palladiane, illuminano i moderni sulle tecniche degli antichi scultori-architetti: ogni tomba-palazzo veniva iniziata dal tetto, come dimostrano i numerosi resti di attici perfetti, giacché lavorando sul bordo della collina, v'era meno roccia da rimuovere e quella staccata veniva semplicemente buttata giù. Poi segando progressivamente i blocchi di roccia, la facciata veniva sbozzata sempre dall'alto in basso e quindi levigata e scolpita. Decine di tombe furono scolpite su queste rupi su cui si sono infrante le mareggiate di sabbia del deserto; tra crolli e corrosioni l'Autore ci conduce a scoperte fantastiche, tra testimonianze inquietanti o miracolosamente intatte di labirinti rocciosi in cui vissero le antiche genti nabatee, tra archeologia e storia nel mondo sconosciuto delle antiche culture arabe.