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Il Lankāvatāra Sūtra ha antichi legami con lo zen, che risalgono al giorno in cui Bodhidharma ne consegnò una copia al suo discepolo Hui-k'o, dicendogli che conteneva tutto quel che aveva bisogno di sapere. Così l"insegnamento al di là delle parole' trovò la sua scrittura, che godette nel tempo di una fortuna continua. Venerato come il 'santo Graal' dello zen, il Sūtra abbraccia tutte le dottrine principali del buddhismo mahayana riassumendole in due insegnamenti: primo, tutto ciò che percepiamo come reale non è altro che una percezione della nostra mente e, secondo, tale comprensione deve essere raggiunta e sperimentata di persona, non può essere comunicata a parole. I maestri zen cinesi alludevano a questi due insegnamenti con le espressioni 'prendi una tazza di tè' e 'assapora il tè'.
Il Sūtra ha come scenario l'isola di Larika, dove il Buddha viene invitato a insegnare a palazzo dal re serpente Ravana. Mahamati, un bodhisattva del suo seguito, a beneficio di tutti i presenti pone al Buddha centootto domande che coprono tutti gli argomenti allora dibattuti nei centri accademici buddhisti. Il Buddha risponde alle domande e conclude con un'ampia dissertazione sulla necessità di astenersi dal consumo di carne. Come altri Sūtra mahayana, quale ad esempio il Sūtra del loto, l'insegnamento viene esposto in prosa e poi ripetuto in versi.
La versione di Red Pine si basa sulla traduzione dal sanscrito di cui facevano uso Bodhidharma e tutti i maestri zen cinesi, redatta da Gunabhadra a Tanyang nel 443 d. C., e sui commentari cinesi al Sūtra.