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Nella cultura di tutte le società africane a sud del Sahara domina, sia pure in forme assai diverse, la componente religiosa. L'autore di questo libro la esamina in una vasta accezione, assai simile a quella già suggerita da van der Leeuw: quale rapporto, cioè, con una «potenza» sovrastante e tuttavia piu spesso immanente che trascendente. In tutta l'Africa nera, l'uomo fa un'esperienza quotidiana di questa forza a lui superiore; quasi mai però la subisce con passiva rassegnazione e cerca, piuttosto, di conoscerne le leggi segrete e di ottenerne COSI, almeno parzialmente, il controllo. I rituali più diversi, le procedure magiche non meno delle forme arcaiche di scienza, trovano una loro possibile giustificazione unitaria in questo sforzo, cui neppure l'arte è estranea. L'interesse del libro di Ernst Dammann è dovuto soprattutto alla sua completezza, dato che vi appare ampiamente descritto e interpretato ogni singolo fenomeno della religiosità africana: il «dinamismo» presente nei concetti di forza vitale, di anima, di «sosia interiore» (ma anche nei poteri pratici attribuiti ai guaritori, ai maghi, ai profeti); il mito e i suoi protagonisti, come l'Eroe culturale, l'Uomo celeste, il Demiurgo (e sopra tutti l'Essere supremo, quasi un primo approccio «razionale» al monoteismo); i sottili rapporti tra uomo e mondo animale (totemismo clanico, totemismo individuale); i riti di passaggio (cerimonie natali, nuziali e funebri; iniziazioni alla pubertà, alle società segrete, a speciali funzioni); gli influssi, infine,
della religione sull'arte, la narrativa e la poesia, sull'economia, sul linguaggio e in genere su ogni aspetto del comportamento. Gli ultimi capitoli, poi, sono di rara attualità dato che introducono una visione storico-dinamica in un contesto che fu quasi sempre giudicato immobile: riguardano infatti il proselitismo delle religioni straniere (ebraismo, cristianesimo e soprattutto islamismo), la presenza di nuovi fattori laici e politici, le trasformazioni più o meno recenti della cultura spirituale negro-africana. L'opera, nella presente edizione italiana, è stata integrata da una ricca serie di illustrazioni: scorci di paesaggio e rappresentazioni tipiche dell'Africa di sempre. Tali immagini, scelte con cura, acquistano particolare valore proprio perché l'illuminante testo fa si che il lettore ne colga ogni valore e significato con occhi nuovi, con comprensione piena.
Ernst Dammann, nato a Pinneberg il 6 maggio 1904, è un quotatissimo africanista. Docente di storia delle religioni, ha insegnato ad Amburgo (1940), all'università Humboldt di Berlino (1957), a Marburgo (1962). Fra le sue pubblicazioni principali, una raccolta di testi poetici in un dialetto Suaheli (1940), una grammatica Kwangali, con relativo sommario (1957), e il presente saggio. Articoli numerosi, inoltre, in molte riviste specializzate.