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Occhialì è una figura quasi leggendaria che sconfina dalla storia nella tradizione popolare. Calabrese di nascita, fu marinaio sulle galere mercantili; catturato dai pirati saraceni. divenne pirata a sua volta; intraprendente, coraggioso. anzi temerario, divenne uno dei marinai più temuti del suo tempo. L'impero ottomano, allora al suo massimo fulgore, lo ebbe capitano valentissimo e ammiraglio vittorioso in innumerevoli scorrerie nel Mediterraneo e in conquiste e saccheggi di intere regioni; così l'intrepido calabrese mutò il nome originario di Luca Galeni in quello di Uluqh-Āli, più comunemente detto Occhialì: era soprannominato anche Kilidig (La Spada) per la sua intrepidezza. Comandò anche una squadra dell'armata turca alla Battaglia di Lepanto, minacciando di catturare lo stesso Duca di Savoia, Emanuele Filiberto. Morì a Costantinopoli nel 1587 dopo aver raggiunto il grado di ammiraglio. Tutte le leggendarie vicende del calabrese intraprendente sono narrate in forma vivida da Gustavo Valente in queste pagine.
Gustavo Valente è nato a Celico, in provincia di Cosenza, dove risiede.
Appassionato della storia di una delle Regioni italiane tra le più ricche di passato, deputato della Deputatazione di Storia Patria per la Calabria, Accademico Cosentino e componente della Consulta Nazionale dell'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, è une; delle personalità di maggior rilievo della cultura in Calabria.
Ricercatore attento e scrupoloso in Archivi pubblici e privati, può dire sempre una parola nuova nella storia della Calabria: la sua narrazione acquista colore e interesse per lo stile piano, che torna gradito a chiunque; collaboratore delle più autorevoli pubblicazioni di Storia in Italia; conferenziere; pubblicista; autore di varie opere, ha dedicato particolare attenzione allo studio del periodo turchesco, di cui questa «Vita di Occhialì» assieme a «Le torri costiere della Calabria», edito di recente, e «Calabria e Turcheschi nei secoli della pirateria», ancora inedito, sono saggio eloquente di competenza e di amore per una materia che va conosciuta.