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Ugo di San Vittore, nato intorno al 1096 e morto nel 1141, riceve questo nome dall'abbazia dei Canonici Agostiniani di Parigi dove passò quasi tutta la sua vita. Vi era giunto in giovane età dalla Germania, pare dalla Sassonia. Parigi stava divenendo il centro di maggiore attrazione della vita culturale e religiosa europea: vi nasceva l'Università; Abelardo ne farà presto il teatro della sua scuola affollata e della sua vita tumultuosa.
Mentre Abelardo raccoglie tutti i germi della vitalità «pubblica» del tempo esprimendoli in una filosofia logico-discorsiva, Ugo di San Vittore - come il contemporaneo Bernardo di Chiaravalle - non abbandona la tradizione del convento e vi innesta la grande rinascita culturale del XII secolo, congiungendola alle idealità della contemplazione e dell'amore. Bernardo accentua nell'amore l'aspetto attivo e caritativo; i Vittorini, e Ugo in particolare, il momento contemplativo e mistico. Infatti alcune fra le opere minori di Ugo qui presentate - I doni della promessa divina (De arrha animae), L'essenza dell'amore (De substantia dilectionis) e il Discorso in lode del divino amore (De laude charitatis) parlano di amore in termini vari e diversi, ma sempre lo congiungono alla visione mistica e alla contemplazione. Ugo non dimentica la lezione dello Pseudo Dionigi e del neoplatonismo cristiano.
L'opera maggiore invece, il Didascalicon, dove fin dal titolo veniamo richiamati al maestro e alla scuola, ci immette nel vivo dell'attività di Ugo nella sua abbazia. È il documento più ampio e articolato del suo magistero, ma è anche la testimonianza più vivace e concreta della cultura del grande XII secolo. Come al centro dell'abbazia sta la biblioteca, così al cuore della formazione umana stanno la lettura e il libro. De studio legendi suona il sottotitolo dell'opera; e Gilson lo traduce con «arte del leggere ». La lettura del libro sacro è al primo posto, ma non è mai esclusiva; anzi essa richiede ogni soccorso da parte della sapienza mondana. E tutto il sapere, articolato da Ugo in un'enciclopedia tipicamente medievale, è «filosofia », ancora una volta «amore ». Ma il leggere - nel libro sacro e in quello dei classici antichi, come anche nel libro della natura - deve concludersi nel raccoglimento dell'anima, nella meditazione e nella memoria: «Ti consiglio, o mio studente, di non compiacerti se avrai letto molto, ma se sarai riuscito a capire molto e a ricordare: altrimenti, l'aver letto e anche l'aver compreso non ti recheranno gran vantaggio ».
INTRODUZIONE, di Vincenzo Liccaro
1. Neoplatonismo e cristianesimo di Ugo di San Vittore, 7;
2. Il trattato sui Doni della promessa divina, 13;
3. Il progetto educativo del Didascalicon, 20;
4. La valorizzazione delle opere del lavoro umano, 25;
5. Caratterizzazione dello studente esemplare, 29;
6. Iniziazione alle scienze sacre e metodo opportuno per ottenere buoni risultati, 34;
7. La reazione intellettuale e morale all'erotismo del XII secolo, 39;
8. Il supremo valore pedagogico dell'amore, 45.
Notizia Bibliografia Nota editoriale
DIDASCALICON
Libro I
Libro II
Libro III
Libro IV
Libro V
Libro VI
I DONI DELLA PROMESSA DIVINA
L'ESSENZA DELL'AMORE
DISCORSO IN LODE DEL DIVINO AMORE
Indice dei nomi propri notevoli citati nel «Didascalicon»
Indice degli autori