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In questo libro la parola inerzia e declinata nei più vari contesti: dalle scienze, non solo la fisica, ma anche la biologia (M. Ferraguti) o la psicologia (E. Di Bella), alla storia culturale di testi e paesi diversi. La dinamica tra moto e quiete, la tendenza a permanere nell'uno o nell'altro stato - cioe la difficoltà a cambiare marcia; -rappresentano un capitolo affascinante: non solo della fisica classica (A. Sparzani) e relativistica (S. Bergia) ma di un atteggiamento fondamentale degli individui e delle civiltà. I collaboratori di quest'opera, ciascuno specialista del suo campo, esaminano il sorgere dell'idea di inerzia nella storia della scienza europea e araba, come pure la sua multiforme presenza in un significativo numero di letterature, dall'italiana (G. Berardi) alla cinese (M. Scarpari), dalla mitteleuropea (C. Magris) alla ispano-americana (E. Perassi), dall'indiana (G. Boccali) all'araba (M. Campanini) e alla russa (F. Malcovati); e non mancano le riflessione sui testi biblici (G. Barbaglio) e sul linguaggio della musica (E. Grezzi). I saggi che formano il volume sono intervallati da brevi e folgoranti pagine di grandi scrittori, da Dante a Bertrand Russell, da Jacopone da Todi a Marlowe e a Natalia Ginzburg, i quali tutti hanno avuto modo di indagare sottilmente tra le pieghe dell'inerzia. Il volume si apre con la prima traduzione italiana di uno scritto dell'autore contemporaneo panamense Enrique Jaramillo Levi, il racconto intitolato, per l'appunto, Inerzia.