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Che Abū Nuwās davvero sia stato il maggior poeta lirico degli Arabi, come lo proclamò un secolo fa il Kremer, suo primo presentatore in Europa, è forse disputabile; ma anche chi non gli riconosca quel primato assoluto deve riconoscere in lui una spiccata personalità poetica, certo la più vigorosa e caratteristica della «scuola moderna» abbàside, che tra la fine del nostro X/VIII secolo e i primi decenni del seguente rinnovò nella tematica e nella forma il tesoro della poesia araba più antica e diede a taluni suoi preesistenti motivi, in primo luogo il bacchico e l'amoroso, un nuovo volto entro la tradizione classica, che pur finì col reimporre il suo predominio.
Riconosciuto il caposcuola dei «moderni», Abū Nuwās fu tale soprattutto in una parte dell'opera sua, la poesia appunto del vino e dell'amore, rimanendo per altra parte, come l'encomiastica, fedele ai suoi vecchi schemi: ed è naturale che i suoi vari interpreti occidentali abbiano di preferenza presentato e interpretato quella sua più nuova e originale poesia di vino e amore.
Il Vallaro in particolare, certo oggi uno dei migliori conoscitori della poesia abbàside, ci offre qui una scelta, assai più larga di quella che anni fa curammo noi stessi, di questo Abū Nuwās veramente «moderno» rispecchiante nella sua produzione poetica la dolce vita di Bàssora e di Baghdàd e la sua stessa disordinata vita di libertino gaudente.
PRESENTAZIONE di Francesco Gabrieli
INTRODUZIONE .
Abū Nuwās e il suo tempo
Abū Nuwās e noi
Il testo e la traduzione
IL VINO E LA BALDORIA
I. Il profumo del mondo
II. Il vino zitella
III. Il gusto dello scandalo
IV. La notte brava
V. Dàmmi da bere e canta
VI. Anime vive e corpi morti
VII. Chi sono i Beduini?
VIII. Ma vuoi mettere?
IX. Le due ebbrezze
X. Confessione
XI. L'idromele
XII. L'acqua e il vino
XIII. I perfetti commensali
XIV. Il buon compagno
XV. Il profumo che profuma il profumo
XVI. L'anagramma
XVII. La vergine nella coppa
XVIII. Il vino sangue
XIX. Il vino combustibile
XX. Il vino faro
XXI. La coppiera senza uguali
XXII. Per oggi niente vino
XXIII. Le due luci
XXIV. Il vino curdo e il neo
XXV. Dall'Ebrea
XXVI. Brigata vecchia e brigata nuova
XXVII. Il vino è per gli Arabi
XXVIII. Il diadema infranto
XXIX. Le quartille del vino
XXX. Lo spirito che spira
XXXI. Due spiriti in un corpo e un corpo senza spirito
XXXII. Tre cose
XXXIII. Prima e dopo
XXXIV. Tutto tranne il politeismo
XXXV. Vino e Corano
XXXVI. Il mese del digiuno
XXXVII. Il Pellegrinaggio e la geografia del piacere
XXXVIII. Il vino e la decadenza del Califfato
XXXIX. Ogni età ha i suoi piaceri
XL. Questa e quello
XLI. Il cavaliere degli Arabi
XLII. La guerra cortese
L'AMORE
XLIII. L'amore fra teoria e pratica
XLIV. Il Diavolo la sa lunga
XLV. La gazzella e il leone
XLVI. La luna nel funerale
XLVII. Insulti d'amore
XLVIII. Il Pellegrinaggio per Gianan
XLIX. Il bacio della Pietra Nera
L. Il cuore lotizzato
LI. Il guerriero d'amore
LII. Il biglietto
LIII. L'aura amorosa
LIV. La mela
LV. L'insistenza
LVI. Il cerbiatto scontroso
LVII. La ragazza dei narcisi
LVIII. I baci cancellati
LIX. Un bacio che si può leggere
LX. La bella Greca
LXI. L'alunno
LXII. E caccia o guerra?
LA CACCIA
LXIII. Il falcone
LXIV. Il cane
LA SATIRA E IL RIMPROVERO
LXV. La madre di Gianan
LXVI. Una questione medico-filosofica
LXVII. Brutti tempi!
LXVIII. Come sopra
L'ENCOMIO
LXIX. In lode del visir
LXX. Ancora lodi
LXXI. Alla figlia
L'ELEGIA FUNEBRE
LXXII. Il figlio LXXIII. L'amico
LA DEVOZIONE
LXXIV. Quae sursum sunt quaerite
LXXV. Il penitente
ABBREVIAZIONI
NOTE