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Dialogo del conforto nelle tribolazioni


Rubbettino
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a cura di Michele Nicoletti
pp. 400, Soveria Mannelli (CZ)
data stampa: 2011
codice isbn: 978884982918

Tommaso Moro scrisse il Dialogo del conforto nelle tribolazioni negli ultimi mesi di prigionia, trascorsi nella Torre di Londra prima di venire giustiziato il 6 luglio 1535. Fin dalla sua apparizione quest'opera è stata considerata uno dei capolavori della meditazione spirituale («un manuale dei martiri») nonché uno dei più alti esempi di dialogo letterario in lingua inglese, in cui la profondità dell'analisi dell'animo umano si accompagna sempre al tocco lieve dell'umorista. Sullo sfondo di una società attraversata da una profonda crisi spirituale e civile, il Dialogo affronta il grande tema della presenza del male e della sofferenza nel mondo e del modo in cui poter meglio affrontare questa sfida. In un'epoca in cui l'Europa si sentiva minacciata dal pericolo di invasioni esterne, Tommaso Moro invita a guardare anche e soprattutto ai rischi provenienti dall'interno: dalle degenerazioni dispotiche dei governanti nonché dalle debolezze dell'animo umano.

In queste pagine la riflessione teologica si innesta su una finissima osservazione antropologica e psicologica, che analizza una ad una le prove a cui l'umanità è sottoposta: dubbio, paura, tribolazione, disperazione, suicidio, orgoglio, pusillanimità, eccesso di scrupolosità, odio, persecuzione, martirio. La grandezza dell'umanità di fronte a queste prove non sta nell'illusione di vincere definitivamente il dolore - che accompagna sempre la vicenda umana -, ma nel resistere alla tentazione di cedere al compromesso con il male, mantenendosi fedeli alla propria coscienza e al bene da essa intravisto. Per queste ragioni, il Dialogo del conforto può essere considerato uno dei grandi classici della spiritualità del politico.

Indice:

Introduzione


Il conforto della coscienza di Michele Nicoletti

Nota al testo

Libro primo

Introduzione Antonio e Vincenzo

Capitolo I Il conforto escogitato dagli antichi filosofi pagani era insufficiente, e la ragione di ciò

Capitolo II Gli uomini debbono assolutamente cominciare dal fondamento della fede

Capitolo III Il primo conforto nelle tribolazioni si prova nel sentire in sé il desiderio e la brama di venir confortato da Dio

Capitolo IV Le tribolazioni sono un mezzo per attirare gli uomini nella buona disposizione di spirito di desiderare

e di bramare il conforto di Dio

Capitolo V I mezzi speciali per ottenere questo primo conforto nelle tribolazioni

Capitolo VI Non è sufficiente desiderare di essere confortati da Dio soltanto con la scomparsa delle tribolazioni

Capitolo VII Può essere di gran conforto nelle tribolazioni pensare che qualsiasi tribolazione è, se lo vogliamo, o medicinale oppure più che medicinale

Capitolo VIII Si dichiara più ampiamente il caso di coloro che vengono toccati dalla tribolazione per una loro colpa ben conosciuta. Tale tribolazione è sempre medicinale

Capitolo IX Secondo punto: della tribolazione che ci viene inviata da Dio senza una chiara causa determinata che l'abbia meritata e che ci sia nota. Questa sorta di tribolazioni può divenire una medicina, se gli uomini la vogliono considerare tale, e perciò può essere grande occasione di conforto

Capitolo X Del terzo genere di tribolazioni, che vien mandato all'uomo non per il suo peccato, ma affinché si eserciti nella pazienza e accresca il proprio merito. Esso è meglio che medicinale

Capitolo XI Un'altra specie di conforto, ancora del genere inferiore della tribolazione mandata per il peccato

Capitolo XII Un'obiezione contro le cose dette sopra

Capitolo XIII Che si debba prender conforto, e nutrir buona speranza; e sentir gioia anche nelle tribolazioni, appare chiaramente da questo: che si ha grande motivo di timore e di preoccupazione se si continua sempre in un benessere non interrotto da alcuna tribolazione

Capitolo XIV Una certa obiezione, e la risposta ad essa

Capitolo XV Altre obiezioni

Capitolo XVI Risposta alle obiezioni

Capitolo XVII Risposta alla seconda obiezione

Capitolo XVIII Di coloro che nelle sofferenze non ricorrono a Dio, ma alcuni alla carne, altri al mondo, altri perfino al demonio

Capitolo XIX Un'altra obiezione, con la relativa risposta

Capitolo XX Lode generale della tribolazione

Libro secondo

Introduzione


Capitolo I Se uno non può nelle tribolazioni usare di qualche ricreazione mondana per consolarsi

Capitolo II Della vita corta ed incerta in tarda età o nella malattia

Capitolo III Si dividono le tribolazioni in tre generi, e si tratta brevemente dell'ultimo di essi

Capitolo IV Del primo genere di tribolazioni

Capitolo V Obiezione relativa a coloro che non si volgono a Dio se non quando sono giunti all'ultimo momento

Capitolo VI Obiezione di coloro che dicono che la tribolazione di penitenza non è necessaria, ma è una superstiziosa sciocchezza

Capitolo VII Se uno non può piangere, né sentir dolore nel cuore per i suoi peccati

Capitolo VIII Di quel genere di tribolazione che, benché non preso liberamente, si sopporta volentieri

Capitolo IX Della tentazione in generale, in quanto è comune ad ambedue

Capitolo X Di uno speciale conforto in tutte le tentazioni


Capitolo XI Di quattro sorte di tentazioni, e delle due parti di quel genere di tribolazioni che gli uomini sopportano volentieri, accennate nei due versetti seguenti del salmo


Capitolo XII Il primo genere delle quattro tentazioni


Capitolo XIII Della pusillanimità

Capitolo XIV La figlia della pusillanimità, cioè la coscienza scrupolosa


Capitolo XV Un altro genere di timore notturno, un'altra figlia della pusillanimità, vale a dire, l'orribile tentazione nella quale alcuni sono tentati di uccidersi e di distruggere se stessi


Capitolo XVI Di uno che fu spinto ad uccidersi per illusione del diavolo, che egli credeva fosse una rivelazione


Capitolo XVII Del demonio che si chiama Negotium perambulans in tenebris, vale a dire, Faccenda che cammina nelle tenebre

Libro terzo

Introduzione

Il terzo ed ultimo libro sulla consolazione e sul conforto nelle tribolazioni

Capitolo I Se si debba in antecedenza decidere nella mente e stabilire nel cuore, che, qualora si venisse presi dai Turchi, si preferirà morire piuttosto che abbandonare la fede

Capitolo II Della quarta tentazione, vale a dire della persecuzione contro la fede, indicata in queste parole del profeta: Ab incursu et daemonio meridiano

Capitolo III La perdita dei beni esteriori

Capitolo IV (Interlocutorio)

Capitolo V Della perdita dei beni di fortuna

Capitolo VI Della mancanza di sicurezza nelle terre e nei possedimenti

Capitolo VII Questi beni esteriori, i doni cioè della fortuna, sono da considerarsi sotto due aspetti

Capitolo VIII La scarsa utilità delle ricchezze accumulate soltanto per la vita presente

Capitolo IX La poca utilità della fama desiderata solo per piacere al mondo

Capitolo X L'adulazione

Capitolo XI La poca utilità che gli uomini ricavano dai posti, dagli uffici e dall'autorità, se desiderano tali cose solo per vantaggi terreni

Capitolo XII I beni esteriori, desiderati unicamente per il benessere mondano, non soltanto non sono che un piccolo bene per il corpo ma sono inoltre di grande danno per l'anima

Capitolo XIII La persecuzione del Turco contro la fede dimostrerà se gli uomini desiderano questi beni esterni soltanto per il loro benessere terreno o se per altro scopo virtuoso. E il conforto che ambedue i generi di persone possono avere nel perderli

Capitolo XIV Un' altra ragione per la quale si dovrebbe essere contenti di abbandonare i propri beni nelle persecuzioni del Turco

Capitolo XV Questo genere di tribolazione mette alla prova la disposizione d'animo che si ha verso i propri beni, e quali sono i saggi che al primo sentore di essa useranno della loro saggezza per metterli in salvo

Capitolo XVI Un altro conforto e un altro aiuto contro la perdita delle sostanze terrene

Capitolo XVII Del dolore del corpo. E che non si ha ragione di sconfortarsi nelle persecuzioni, benché ci si senta inorridire al pensiero del dolore fisico

Capitolo XVIII Del conforto nei dolori inflitti al corpo, e prima della prigionia

Capitolo XIX Della prigionia e del conforto in essa

Capitolo XX (Ancora sulla prigionia)

Capitolo XXI Il timore di una morte disonorevole e dolorosa


Capitolo XXII La morte considerata soltanto in se stessa, come semplice dipartita da questa vita


Capitolo XXIII Del disonore unito alla morte nella persecuzione contro la fede

Capitolo XXIV Le sofferenze della morte nella persecuzione del Turco contro la fede

Capitolo XXV La considerazione delle pene dell'inferno, nel quale si cade se si abbandona il nostro Salvatore, ci fa ritenere un nulla ogni morte sia pur dolorosissima di questo mondo


Capitolo XXVI La considerazione delle gioie del cielo dovrebbe farci sostenere e sopportare qualsiasi morte dolorosa, per amore di Cristo

Capitolo XXVII La considerazione della dolorosa morte di Cristo basta a farci accettare lietamente una morte piena di dolori per suo amore

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