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Questo libro, che non doveva vedere la luce in Francia e che tuttavia la vide dopo una attesa di un quarto di secolo, è chiamato, in Giappone, il "libro glorioso", perché racconta gli ultimi anni, mesi, giorni e ore di uomini che l'occidente, tramontato nell'inguaribile odio, nomina "criminali di guerra", ma che il Sol Levante, considerandoli "infelici eroi della patria", venera e commemora in nome della fedeltà e dell'onore. Il "Libro glorioso" fu elaborato, poco a poco, dal Reverendo Shinshô Hanayama, il quale all'età di cinquant'anni, divenne per caso il cappellano della prigione di Sugamo, in Tokio, enorme carcere dove si trovavano rinchiusi numerosi criminali di guerra: dal più umile fante ai più famosi generali, ministri, ambasciatori o pensatori, tutti colpevoli - secondo la legge del Far West - di essere stati cento volte vittoriosi e una volta vinti.