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Henry Corbin è, senza mezzi termini, un inestimabile testimone contro il nostro tempo e, per quanto siano ormai trascorsi circa quarant'anni dalla sua scomparsa e ben di più dall'edizione dei suoi capolavori fondamentali, immutata resta la forza della poderosa spallata che questo "filosofo" ha dato alle illusioni che si coltivano quotidianamente nella fase terminale dell'età del ferro. In questa ottica, e a proposito delle nuove aberranti rivoluzioni antropologiche, non più all'orizzonte ma già in atto, abbiamo deciso di riprendere i suoi scritti e "ricostruire" la natura dell'essere umano sotto l'angolo visuale della Tradizione, provando idealmente a restituire ai contemporanei la percezione della condizione umana anteriormente alla "diserzione antropologica" propria della "razza" dei tempi ultimi. Corbin condensa tutto ciò che sul tema si può scrivere in questo doppio aforisma: "Fuori da questa funzione teofanica ed ermeneutica dell'Angelo, ogni altro mondo è soltanto silenzio per l'uomo. La sua ascensione spirituale di Cielo in Cielo, di mondo in mondo, non può realizzarsi senza la conduzione dell'Angelo. Non trovare o perdere il contatto con l'Angelo significa dunque smarrirsi nel deserto dell'incerto e dell'inconoscibile, significa 'disertare'.
La causa che ha innescato questo ciclo è il desiderio malvagio delle anime individuali, che rinunciano al loro stato di individualità angeliche per rivestire, cedendo a una inclinazione aberrante, la maschera di individualità fisiche materiali".