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Richard Kerney, filosofo allievo di Ricoeur, ci conduce in un percorso articolato e innovativo alla ricerca del sacro dopo l’ateismo, attraverso la rilettura di filosofi come Ricoeur, Levinas e di scrittori come Joyce, Proust e Virginia Woolf.
La scomparsa del vecchio Dio non ha forse spianato la via a un nuovo modo di cercare, amare e pensare la divinità? La sospensione delle certezze dogmatiche non ha forse dischiuso la possibilità per un rinnovato stupore religioso? Situati sul crinale tra teismo e ateismo, abbiamo ora l’opportunità di rispondere in modo più libero alle cose che non possiamo capire. Il filosofo irlandese Richard Kearney chiama questa condizione ana-teismo, o ritorno a Dio dopo Dio – un momento di ignoranza creativa che significa una rottura con le certezze precedenti e ci invita a forgiare nuovi significati a partire dalle sapienze più antiche. La religiosità ritrovata nella sospensione degli assoluti, sia teistici sia ateistici, si caratterizza come apertura allo straniero nella scommessa tra ospitalità e ostilità verso l’altro. Ana-teismo conia un nuovo dominio concettuale per la spiritualità del terzo millennio: accettare che non possiamo mai essere sicuri circa Dio è l’unico modo per riscoprire una sacralità nascosta nella vita di ogni giorno e meravigliarsi della divinità del quotidiano. Come scrive Vattimo nella sua prefazione: «L’anateismo non è solo, in definitiva, il momento di sospensione e di vuoto destinato a trovare “di nuovo” una fede “piena”, più o meno affine alle fedi tradizionali, ma un atteggiamento che deve accompagnare ogni fede ritrovata».
Introduzione di Gianni Vattimo
ANA-TEISMO
Prefazione
Uno. PRELUDIO Introduzione. Dio dopo Dio
1. Nel momento. L'ospite inatteso
La scommessa dell'ebraismo, p. 22 - La scommessa del cristianesimo, p. 29 - La scommessa dell'islam, p. 38
2. Nella scommessa. Il moto quintuplice
I cinque momenti, p. 51 (Immaginazione, p. 51; Umorismo, p. 54; Impegno, p. 56; Discernimento, p. 57; Ospitalità, p. 60) - La traduzione interreligiosa, p. 62 - Dal sovrano al servo: il potere dell'impotente, p. 68
3. Nel nome. Chi può dire Dio dopo Auschwitz?
Sulla scia dei profeti dell'Olocausto, vati di tempi oscuri, p. 75 (Hillesum, p. 75; Arendt, p. 76; Greenberg, p. 78; Lévinas, p. 80; Derrida, p. 81) - La fede senza religione di Bonhoeffer, p. 85 - La fede post-religiosa di Ricreur, p. 92 - Ultime testimonianze, p. 100
Due. INTERLUDIO
4. Nella carne. L'immagine sacramentale
Una fenomenologia della carne, p. 112 - La visione sacramentale di Merleau-Ponty, p. 113 - L'addio di Sartre, p. 121- Kristeva e l'estetica della sensazione, p. 123
5. Nel testo. Joyce, Proust, Woolf
Joyce, p. 133 - Proust, p. 142 - Woolf, p. 154 - Incroci testuali, p. 165
Tre. POSTLUDIO
6. Nel mondo. Tra secolare e sacro
Verso un'etica della kénōsis, p. 173 - Dall'ostilità all'ospitalità, p. 179 - La secolarità sacra, p. 181 - L'interrogarsi dell'islam, p. 186 - Allargare il cerchio, p. 195
7. Nell' atto. Tra la parola e la carne
Dorothy Day, p. 201 - Jean Vanier, p. 209 - Gandhi, p. 212
Conclusione. Accogliere gli Dèi stranieri
I, p. 219 - II, p. 222 - III, p. 227 - IV, p. 231- V, p. 233 - VI, p. 235 - VII, p. 240
Epilogo
Ringraziamenti
Note
Indice analitico