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Scritto nel 1580, nell' ospedale di Sant' Anna, il Discorso della virtù feminile e donnesca, in dittico con il Discorso della virtù eroica e della carità, è legato dal Tasso stesso, in una lettera del 1581, alla Gerusalemme, alle rime, ai dialoghi. La lettera, al cardinale Albano, propone un rapporto diretto tra il segretario e il principe e contrappone alle promesse di «molti favori» che non hanno avuto effetto», la gloria procurata dalle «fatiche» dello scrivere. Proprio perché «principi non si sdegnano di essere onorati de la mia penna», il Tasso definisce i termini del suo rapporto con loro:
Assai è a me d'aver buona volontà e molto desiderio d' onorarli; nel rimanente mi contento ch'essi mi compiacciano, pur che col lor favore le mie opere vivano come mie ne le librarie.
Dichiarati i propri intenti e le proprie esigenze, nel lucido parallelo tra il compito del suo io scrittore e il compito dei principi, e spiegata la sua condizione in bilico tra la povertà e la consapevolezza dei suoi "giusti desideri", il Tasso può avanzare la supplica per la stampa.
Introduzione
Discorso della Virtù Femminile e Donnesca
Discorso della Virtù Eroica e della Carità