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Con la Rivoluzione francese, e cioè dal momento in cui le varie società e culture europee si liberarono da un rigido controllo religioso, ebbe inizio quel processo che comunemente è stato definito di secolarizzazione. Questo termine non ha goduto in ambito cattolico di grande favore: con esso si identificava infatti la vittoria della ragione sul magico, sul soprannaturale e dunque anche sul religioso; e, in ultima istanza, si vedeva celata dietro questo sostantivo una volontà di radicale opposizione alla Chiesa. A due secoli di distanza da quegli avvenimenti che voltarono una pagina storica nei rapporti fra Chiesa e società, Daniele Menozzi ritorna criticamente sui dibattiti e sulle figure che impegnarono il mondo cattolico fra intransigenza conservatrice e inclinazioni liberali al proprio interno, e all'esterno con le forze laiche che segnarono la società sul piano economico, politico e culturale.
Dai tempi della Restaurazione a Pio IX, da Leone XIII al Concilio Vaticano II e a Paolo VI, dal caso Lefebvre al caso Lazzati, questo libro ripropone e corregge la memoria storica di molti avvenimenti controversi; e riafferma la convinzione, che di là da molte sfumature ha tenuto unito il mondo cattolico, circa la sostanziale coincidenza di civiltà e cristianità. Una tesi che penetra nella più stringente attualità di un'Europa in cui si avvertono gli esiti maturi di lunghi processi di laicizzazione insieme con nuovi e diffusi bisogni di religiosità.