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Il titolo si rifà a un noto trattato rinascimentale, L’Antica musica ridotta alla moderna pratica, e allude al fine principale di questo libro, fornire cioè ai lettori un materiale storico il più possibile completo circa eventi, personaggi e situazioni che riguardano il percorso secolare della musica dall’antichità fino alla metà del Settecento.
Se per l’antichità (Egitto, Cina, Mesopotamia, Ebraismo, ecc.) le informazioni a nostra disposizione sono poche e lacunose, è con la Grecia classica che la musica diventa oggetto di un crescente interesse. Viene in luce l’idea “pitagorica” dell’“armonia dei pianeti”, la musica è indagata anche sotto il profilo acustico, etico ed estetico ed entra a far parte delle più importanti occasioni della vita sociale. Conclusasi l’esperienza greco-romana a seguito di dominazioni straniere e, più tardi, del crollo dell’Impero romano, nuove prospettive appaiono con la diffusione del cristianesimo. Il canto gregoriano si espande in buona parte d’Europa, ma accanto a esso, benché in modo più sotterraneo, si sviluppano repertori profani che sfociano nella produzione musicale dei trovatori e dei trovieri. Il decisivo salto di qualità è tuttavia la nascita della polifonia tra il XII e il XIII secolo. Elaboratasi durante il Trecento in Francia e Italia, la polifonia rappresenta l’espressione del più alto artigianato allorché, sotto l’effetto di profonde trasformazioni, entra nelle scuole musicali del Quattrocento franco-fiammingo per ulteriormente ravvivarsi grazie al sorgere dell'"umanesimo" nelle corti rinascimentali italiane.
In Italia, dai grandi protagonisti della composizione (Palestrina, Gabrieli, Monteverdi, ecc.) nascono modelli di scrittura musicale destinati a invadere l’Europa del tempo e a evolversi nell’arte comunicativa dell’epoca barocca: il melodramma, il canto solistico, la musica strumentale. Poi, il Barocco si alleggerisce e con l’avanzare del Settecento lascia il posto a uno stile più sereno e trasparente, mentre l’“antichità” sembra compendiarsi nell’opera gigantesca di Bach, collocato, e non a caso, a conclusione di questo avvincente e suggestivo percorso storico.