
Argomenti (categorie) ai quali appartiene questo titolo
Argomenti (categorie) ai quali appartiene questo titolo
Che ruolo hanno avuto nella storia del cristianesimo i movimenti ereticali? Che parte nell'evoluzione del pensiero occidentale? E, oggi, si può ancora parlare di eresia? Marcello Craveri, studioso di storia delle religioni, ricostruisce i processi di formazione della dottrina ufficiale della Chiesa e ripercorre l'ininterrotta e implacabile persecuzione nei confronti di coloro che tentarono di ritornare alla semplicità delle parole di Gesù o di interpretarne diversamente il messaggio, come gnostici, ariani, apocalittici, catari, albigesi, valdesi, luterani, calvinisti, fino ai dissidenti di questo secolo.
«Fuori della Chiesa non c'è salvezza» scriveva Origene, e Tertulliano definiva l'eresia «opera del demonio, uno dei tanti modi coi quali egli attacca la verità». Eppure, a dimostrazione di quanto labile e mutevole fosse il confine dell'ortodossia, perfino alcuni principi sostenuti da Origene e Tertulliano vennero condannati come eretici.
E se è vero che dottrine accolte come perfettamente ortodosse furono in seguito rifiutate come eretiche (si pensi a quella della grazia di sant'Agostino quando fu fatta propria dai giansenisti), è anche vero che, in uno stesso periodo storico, alcuni insegnamenti furono considerati eretici e altri ortodossi pur avendo identico contenuto.
Gli inquisitori hanno sempre accusato gli eresiarchi di incitare alla disubbidienza: in realtà, spiega Craveri, essi furono piuttosto i portavoce del disagio che si andò diffondendo allorché la Chiesa non seppe riconoscere l'entità dei mutamenti sociali in corso e rispondere alle nuove esigenze spirituali dei fedeli. In questa luce dobbiamo dunque reinterpretare le eresie dei catari e degli albigesi, i movimenti apocalittici e la Riforma protestante.
L'eresia è un'opera esaustiva e originale, corredata di una ricca documentazione, che si legge come un grande romanzo di personaggi e di idee.