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Gli scritti etruscologici di Ranuccio Bianchi Bandinelli coprono l'intero arco dei cinquant'anni della sua attività di studioso: dal 1925, quando venne pubblicata la sua tesi di laurea su Chiusi, fino al 1973, quando apparve l'ultima sua monumentale opera "Etruschi e Italici prima del dominio di Roma". I saggi raccolti in questo volume sono disposti cronologicamente e servono a documentare il percorso critico e intellettuale di Bianchi Bandinelli, caratterizzato da un lato da una costante continuità di interesse per il fenomeno artistico etrusco-italico, dall'altro da un fondamentale e profondo rinnovamento delle sue posizioni negli anni successivi al 1960. Si verifica in queste pagine un ulteriore processo di «storicizzazione» del fenomeno figurativo etrusco: viene messa a fuoco la discontinuità della produzione artigianale e artistica dell'Etruria e vengono esplorate le ragioni di fondo di quelle sue caratteristiche di «freschezza e di forza», di «immediatezza», di «vivacità espressiva» e di «improvvisazione», attraverso l'analisi delle peculiari strutture della società etrusca e del complesso rapporto di essa con le maestranze greche.