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Paradossalmente, la poesia di Sandro Consolato non avrebbe necessità alcuna di note al testo, per introdurre il lettore alla miriade di riferimenti cabalistici, magici, letterari di cui è intessuta; né tantomeno per "tradurre" (e in ciò l'autore è giustamente assai parco) nella media di una prosa italiana odierna gli altrettanto frequenti scarti di ordine linguistico che la contraddistinguono, dall'arabo ai termini di nuovo conio, dalle più diffuse lingue europee al prediletto latino e con questo all'italiano desueto o prezioso che ne costituiscono una sorta di ininterrotto controcanto. Tale paradosso può venire innanzi tutto motivato dalla promozione a sistema del gioco anagrammatico e paragrammatico che anima le sequenze verbali (al livello della macrostruttura non meno che a quello delle singole componenti testuali); e, in secondo luogo, dall'atteggiamento ora parodico ora sarcastico ora malinconico (alla Caproni più che alla Laforgue, per intendersi, dunque con un sovrappiù di rischio "incalcolato" nella sfida del dire la Morte attraverso la leggerezza e il tuffo acrobatico nel calembour e nel wit) che la voce d'autore assume quando modula con calibrata sapienza metrica e finezza d'intonazione la polifonia delle associazioni letterali: associazioni che quasi mai rimangono fini a se stesse, risultando piuttosto funzionali a un progetto di senso il più delle volte responsabile anche da un punto di vista assiologico.
I. Le belle Muse
II. Astropatia
III. Εĩδα τήν Άννα κάπoτε
IV. Paralipomeni dei Paralipomeni leopardiani
V. Sulla Rózsadomba
VI. Et in Arcadia ego
VII. Mercuriales viri
VIII. Campania felix
IX. Leggendo il Trionfo di Bacco e Arianna di Lorenzo de' Medici
X. Il poeta e la señorita
XI. Tapis roulant
XII. Sub Angelo Melancholiae
XIII. Sentirmi obsoleto
XIV. Morendo il conte Carlo Gozzi a Venezia
XV. Torti, aure e baci d'eroe
XVI. Le Serate di San Pietroburgo
XVII. Non mi faranno il nodo Salamone
XVIII. Trobar clus
XIX. Cecco Ascolano, abbruciato e bello
XX. De nuptiis infelicibus
XXI. Voyage mystique
XXII. Carmen pythagoreum
XXIII. Epos minimo
XXIV. Versi gnostici
XXV. In margine a Rutilio Namaziano II, 41-60
XXVI. Hora nona
XXVII. 'Âshiq tarâ!
XXVIII. Transitando Plutone
XXIX. Sailor's dream
XXX. L'arnica
XXXI. Un gioco di Giano
XXXII. Mariluna
XXXIII. Meglio di Nostradamo
XXXIV. Eterno ritorno
XXXV. Pensamiento de Bartolomé de Las Casas
XXXVI. Di nuovo le rondini arcana
XXXVII. Leggendo i Tarocchi con Pound e Villon
XXXVIII. Fumata bianca
XXXIX. Aegritudo
XL. Sbarbaro tra erbe ed astri
XLI. Au maître à jouer
XLII. Te intueor
XLIII. Non sum
XLIV. Il principe stanco
XLV. Ridon gli anni, cara
XLVI. Parenesi
XLVII. Supplenti
XLVIII. Carmina non dant panem
XLIX. Lo specchio di Dee
L. Balcani in fiamme
LI. Ad inferos
LII. Spes orphica
LIII. Figli di fogli
LIV. Bella anarca, non ridi
LV. Il calavrese poeta non pare
LVI. Vinalia
LVII. Un discepolo di Solov'ëv
LVIII. Pianeti
LIX. Fiera di Genova
LX. Arcano XVIII
LXI. Carmentalia
LXII. Barba di notte
LXIII. Temurah
LXIV. Un passo con Ariosto e un passo con Nostradamus
LXV. Clavicula Salomonis
LXVI. Eufrosine
LXVII. A Mercurio Alipede
LXVIII. Novantatré
LXIX. Ora che il destino mi ha tolto
LXX. Per l'amico Tristano
LXXI. Moratoria
LXXII. Il Cirano riassunto
LXXIII. Vent' anni dopo
LXXIV. Le meneur de lune
LXXV. Meteore
LXXVI. Come il cercide siliquastro
LXXVII. La Gaia Scienza
LXXVIII. Regine di Spade
LXXIX. Cagliostro
LXXX. Ad una stella cadente
LXXXI. Mysterium Temporis
LXXXII. Dionisios Solomos a Solone
LXXXIII. Sciamani
LXXXIV. Astralia
LXXXV. L'oracolo nuovo
LXXXVI. Anagrammore
LXXXVII. Due anni dopo
LXXXVIII. La notte dei desideri
LXXXIX. Redde rationem
XC. Pensando in ogham a due donne come se fossero una sola a Dun Aengus
XCI. Nominibus lusi
Note
Trecartelle di Alberto Bertoni
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