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Sono duecento i nomi di maghi, esoteristi e medium, di demonologi e streghe che Manuela Maddamma e Matteo Trevisani hanno messo insieme per il quarto albero di Atlantide: l'Albero dell'esoterismo e della magia. Dai mitici fondatori (“Cristo era un mago” scriveva Giordano Bruno), passando per i grimori medievali e la magia naturale del Rinascimento per poi arrivare ai misteriosi protagonisti dell’Ottocento e del Novecento, come Kremmerz o Evola, Maddamma e Trevisani hanno sgranato con pazienza un rosario apparentemente dimenticato.
"A ogni nome - raccontano i due autori - uno spirito veniva evocato. A ogni nome un nuovo germoglio sbocciava sul ramo dell’Albero. E una storia veniva raccontata, una tradizione compariva sul tavolo, portando con sé il suo afflato verso l’oltre, e ci parlava delle vie per raggiungere sé stessi attraverso il Lavoro, dei misteri della Qabbalah, di sigilli di certi demoni impronunciabili e di sciamani messicani, parlandoci soprattutto della ricerca spasmodica e senza fine dell’amore che sta dietro il mondo, che è il vero e unico nome della magia".
L’Albero dell’esoterismo e della magia diventa così un filo da seguire per orientarsi nel labirinto del tempo e delle scritture, dai tempi più remoti fino ad oggi. Da opere antichissime come Il libro dei morti e I King fino a "classici" come le opere magiche di Giordano Bruno e i trattati di Agrippa, Paracelso e Tommaso Campanella per arrivare a Culianu, Jodorowsky, Hillman e Peter Kingsley. Si tratta di un Albero della vita: una vita rigenerata da letture finalmente emerse dalle tenebre dei pregiudizi e dell’ignoranza. Un Albero che, come il celebre mosaico della cattedrale di Otranto, dispone con i suoi tasselli a una nuova visione interiore.