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Perché un'opera sugli alberi? Semplicemente perché, da quando esiste il mondo, l'uomo ama la foresta e i boschi al punto da aver spesso fatto dell'albero un emblema: l'albero della vita, l'albero genealogico, l'albero di Natale ... La scelta di un albero o di un arbusto come supporto ai simboli religiosi, politici o morali è sempre stata e resta in uso in numerose società antiche e moderne.
Al di là di tutti i rituali, di tutte le credenze e delle superstizioni, l'albero è indispensabile all'equilibrio della natura e alla sopravvivenza del pianeta. Con le radici, il fusto e i rami, collega i tre piani del mondo: il cielo, la terra e il mondo sotterraneo.
Simbolo di vita e perpetua evoluzione, rappresenta la potenza vegetativa, animale e spirituale che anima il cosmo, incarna la vita inesauribile, la realtà assoluta, il sacro per eccellenza. Concentra le idee di fecondità, opulenza, salute, immortalità o di eterna giovinezza. Studiare gli alberi, sentirli, ascoltarli, amarli, vuol dire partecipare attivamente alla vita e alla rigenerazione dell'universo. La loro potenza o la loro fragilità sono anche le nostre.
Quest'opera presenta una trilogia molto radicata nella tradizione, nella cultura e nell'immaginario popolari. Con l'olivo, "primo albero del mondo", la quercia, simbolo di potenza, e l'acacia, albero della conoscenza, il lettore potrà quindi intraprendere un insolito cammino attraverso il tempo e la natura.
Magali Aimé, dopo un percorso atipico nel mondo della comunicazione e dei media, ha scoperto il simbolismo e la filosofia. Frammassone della Gran Loggia Femminile da più di 25 anni, ha pubblicato, con le edizioni Dervy, Les vignes de la franc-maçonerie, La France conviviale (con Edmood Outin) e Femme et franc-maçonne.