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Questo testo si ispira all’antica conoscenza dello sciamanesimo druidico, quella cultura che è la parte più segreta del celtismo e che ancora oggi si manifesta nelle comunità autoctone che trasmettono nel tempo una conoscenza che non è mai morta. Nello sciamanesimo druidico esiste un antico libro di sapienza, chiamato Hatmar nell’antica lingua Shannar (la ruota degli archetipi), formato da 22 pietre, le quali contengono un bagaglio filosofico che si esprime nella sua globalità, tuttavia ognuna delle 22 pietre dell’Hatmar contiene proprietà peculiari che possono essere usate separatamente o abbinate in maniera combinata. Gli antichi insegnano che da questi archetipi si può trarre ispirazione o guida per la gestione della propria vita. Se mai un giorno queste materie fossero nobilizzate liberandole dallo scetticismo in cui lo scientismo le ha relegate, potremmo forse migliorare la nostra qualità di vita con l’aiuto dei preziosi regali che Madre Terra ci dona.
Il Testo
INTRODUZIONE
LE SCIENZE “MALEDETTE” CHE INDAGANO SULL’ IGNOTO
Madre Natura ci fornisce molti strumenti per indagare sulle realtà ancora sconosciute che ci circondano. Dalle proprietà delle rocce o dell’acqua all’uso dei colori, delle piante o delle stesse forze telluriche del pianeta, tutto ciò che ci circonda potrebbe fornirci preziosi elementi di studio se non fossimo ipotecati dai limiti dello scientismo che ha creato delle barriere invalicabili nella ricerca. Antiche scienze come il potere dei cristalli, il pendolino radiestesico, l’imposizione delle mani, il potere dell’acqua, sono strumenti terapeutici che ancora oggi i Popoli nativi usano correntemente per curare, per predire il futuro e soprattutto come guida nel loro percorso spirituale.
Tuttavia è difficile indagare su questi metodi attenendosi agli stretti parametri scientifici che ci fornisce la scienza ufficiale.
La scienza indaga sul mondo che ci circonda, separandolo in particelle sempre più infinitesimali secondo quello che viene chiamato “Modello Standard”, ma senza tuttavia riuscire a darsi una risposta alla materia oscura di cui è costituito il 95% del nostro universo. Così come indaga sulla dimensione umana analizzando apparentemente tutti gli aspetti possibili, ma senza scoprire le nostre vere potenzialità, con il risultato che le dimensioni sconosciute sul rapporto tra l’uomo e l’universo sono ancora moltissime e inquietanti.
La scienza del mondo maggioritario è ipotecata dal metodo del “rasoio di Occam”, un principio nato da Guglielmo di Occam, monaco vissuto nel ‘300. Occam affermava: “Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem”, “le entità non vanno moltiplicate oltre il necessario”.
l principio del rasoio di Occam sembra rispondere alla necessità di interpretare il principio naturale del pragmatismo come un atto immediato di partecipazione all’esistenza. Ma il principio venne poi strumentalizzato dalla Chiesa del tempo che interpretò il pensiero di Occam come un rasoio che tagliava via le cose non necessarie, cioè tutto ciò che non era in linea con il pensiero della Chiesa.
Su questo principio si è instaurato uno status quo e una gerarchia di potere che difende lo stesso status quo. Una gerarchia che stabilisce cosa sia utile o meno, ai fini della ricerca, e che rappresenta l’eredità moderna dell’aristotelismo conservatore.
Oggi occamismo e pragmatismo si fondono in un solo concetto che viene usato tuttora nella ricerca scientifica ed è il cardine ideologico della scienza moderna. Questo principio è all’origine dei preconcetti e dei luoghi comuni che oggi stabiliscono una gerarchia di campi di ricerca, differenziandoli tra argomenti “seri” e argomenti “poco credibili”. Lo status quo ha creato dei confini precisi che inibiscono nell’indagine sulle dimensioni ancora sconosciute all’uomo, stigmatizzando i temi che non possono essere considerati degni di attenzione scientifica.
Ben diversa è la posizione della scienza dei Popoli naturali, quei popoli nativi che esistono in ogni continente e che non si sono lasciati assimilare dalle grandi religioni storiche. Il loro massimo riferimento è la Natura, intesa nella sua dimensione globale e depositaria di un grande mistero, definita dallo sciamanesimo druidico con il termine “Shan”. Secondo la filosofia dell’antico sciamanesimo dei Nativi europei, lo “Shan” è fonte di conoscenza da cui l’uomo può attingere e alla cui natura intrinseca può partecipare.
Da questo assioma scaturisce una precisa ricerca pragmatica e senza dogmi nei confronti della Natura.
È evidente che i Popoli naturali oggi non dispongono di sofisticati laboratori di ricerca e che le applicazioni della ricerca molto spesso sono accompagnate da elementi culturali che possono apparire sicuramente stravaganti o folkloristici, ma il principio rimane, ed è determinante. Così come accade per le concezioni dell’universo che sono prospettate dalla scienza, ritenute frutto di un grande lavoro di ricerca avanzata, allo stesso modo non possiamo considerare le interpretazioni dei Popoli naturali, risultato del loro riferimento alla Natura, come frutto di ignoranza e di superstizione. Possiamo invece considerarle una importante testimonianza del rapporto con la qualità più segreta della Natura.
Dal contatto con la Natura i Popoli naturali hanno sviluppato una ricerca unitaria che comprende anche tutti quei campi di ricerca non ancora perlustrati dalla scienza moderna. Materie come i poteri sconosciuti dell’uomo, la terapeutica naturale, l’influenza dei cristalli o dei colori, ci danno un’idea della vastità dei campi ancora da approfondire e sarebbe poco scientifico tentare di dimenticare che tali fenomeni esistono e talvolta si manifestano spontaneamente. Ma data la difficoltà di attuare una indagine con il supporto degli enti di ricerca, è impresa ardua ottenere risposte certe sul motivo per cui questi strumenti naturali siano in grado di provocare particolari condizioni.
Non possiamo tuttavia negare che questi fenomeni si verifichino e che forse potremmo gestirli secondo tecniche appropriate. Del resto, la nostra stessa dimensione umana è un fenomeno ancora tutto da perlustrare.
Viviamo la nostra esistenza fluttuando tra gli stati percettivi di coscienza. La nostra esperienza di vita si modifica continuamente ed è un continuo percorso tra stati emozionali, stati razionali, intuizioni spirituali.
Il semplice passaggio tra il sonno e la veglia ci dà l’idea di come la nostra percezione della realtà sia in continuo mutamento. Ogni sera ci prepariamo, con complicati rituali, vestiti con abbigliamenti appropriati, compiendo abluzioni e quant’altro, all’incontro con una dimensione completamente diversa dalla percezione ordinaria, ma ormai abbiamo accettato questo cambiamento di stato come una cosa del tutto naturale.
Eppure non sappiamo dove esattamente andremo varcando quella soglia, chi incontreremo, se e quando torneremo alla realtà conosciuta. L’appuntamento notturno con la dimensione del sonno è ancora oggi un mistero sul quale si fanno molte ipotesi ma senza nessun dato certo.
Introduzione: Le Scienze “Maledette” che Indagano sull’ Ignoto
PARTE PRIMA
CAP I - Alla Ricerca di un’Armonia Globale
CAP II - Armonia e Benessere nella Neutralità Del Vuoto
CAP III - Essere Guaritori Spirituali
CAP IV - Il Guaritore Spirituale E L’ Esperienza Transpersonale
PARTE SECONDA
CAP V - Il Potere Naturale della Pranoterapia
CAP VI - Gaia, il Pianeta Vivo
CAP VII - La Geobiologia e le Proprietà dei Menhir
CAP VIII - Le Facoltà Sconosciute Dei Cristalli
CAP IX - La Scienza Delle Kels
CAP X - La Digitopressione E L’uomo Globale
CAP XI - La Radiestesia, Una Porta Sull’ Inconscio
CAP XII - Il Libro Segreto Dei Tarocchi
CAP XIII - Le Proprietà Terapeutiche Degli Aromi
CAP XIV - Curarsi Con I Colori
PARTE TERZA
CAP XV - L’ Esperienza Evolutiva della Meditazione
CAP XVI - Meditare in Libertà con la Musica del Vuoto
CAP XVII - Danzare nel Vento
CAP XVIII - La Scoperta del Trascendente
CAP XIX - La Morte come Insegnamento di Vita
CAP XX - Conclusioni