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La religione Romana non di rado è stata confusa con quella Greca, anche per il fatto che alcune divinità, sia Italiche che Romane, furono progressivamente assimilate a quelle Greche. In realtà, la religione romano-italica presenta delle caratteristiche a tal punto specifiche che buona parte dei suoi riti più arcaici e delle sue divinità primigenie risultano irriducibili; ciò sia perché gran parte dei miti traggono origine dalla enigmatica cultura Etrusca e dalla preistoria delle genti Italiche, come perché il rapporto con il divino era contemplato e vissuto in ragione di una mentalità e psicologia dissimili da altre tradizioni. Tra i culti che non trovano confronto con quelli di altre popolazioni ricordiamo quelli dei Lari, dei Penati, dei Mani, o ancora di Feronia, di Semo Sanctus e di Vica Pota.
Lo stesso concetto di Sacro si diversifica da quello dello hieròn Greco; per i Romani il termine "sacro", oltre ad avere il significato che conosciamo, ne possedeva uno tutto particolare, che esprimeva l'idea di "estraniamento" da tutto ciò che è umano. Questo libro di Domizia Lanzetta si dedica appunto a questi aspetti enigmatici dei culti e dei sacerdozi latini e ripropone una affascinante lettura del prisco mondo pagano in cui Roma sviluppò la sua straordinaria influenza.