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La sensibilità poetica di Virgilio è attraversata da una crescente coscienza del ruolo paideutico, in campo politico e sociale. Una intensa funzione morale è impressa nelle Georgiche e nell’Eneide, che rivelano un’auctoritas non inferiore a quella esercitata da Ottaviano nelle sue responsabilità di governance, all’indomani di Azio. Nell’opera didascalica e nell’epos il Mantovano manifesta, con la progressiva maturazione degli eventi e dei tempi, idee ed ideali, poi interpretati in modo assai controverso, soprattutto sotto la spinta di una ideologizzazione che ha inquinato l’impegno filologico imprigionandolo in assurdi anacronismi e stravolgendolo nelle stesse prerogative. La forma poetica, che modella l’impegno civile, rimane campo d’indagine ineludibile per meglio comprendere il messaggio: l’analisi della componente artistica, che ha ispirato la scrittura, rendendo il prodotto letterario unico ed irripetibile, è vincolante per integrare e completare l’esegesi dei contenuti.
Premessa
Capitolo primo – Le Georgiche ed il nuovo cittadino del mondo
Capitolo secondo – Metapaesaggio e Metapoesia nelle laudes della 2ª georgica di Virgilio
Capitolo terzo – L'assurda pretesa di Orfeo: tethnasin oi thanòntes
Capitolo quarto – La dea e l'eroe: l'Eneide, poema del decorum
Capitolo quinto – Percorsi poetici del paesaggio nell'Eneide
Capitolo sesto – La gloria negata: Deifobo, 'bello clarus' (Verg. Aen. VI 494 ss.)
Capitolo settimo – Dark Visibility: Lavinia nell'Eneide
Capitolo ottavo – Il Poeta e il Politico. Virgilio e il potere
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