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A partire da Pitagora ed Eraclito, oggetto della filosofia non è più soltanto il mondo ma anche il discorso umano sul mondo. Con ciò sorgono nuovi interrogativi: la natura del mondo può essere linguisticamente espressa? Il linguaggio può dire la verità? Il testo qui presentato, Il linguaggio e la logica arcaica, del 1925, fu un classico fin dalla sua comparsa. Ernst Hoffmann coglie nella filosofia presocratica, e nelle successive sintesi ontologiche di Platone e Aristotele, le basi logico-concettuali della filosofia del linguaggio che, a partire da Socrate e dalla sofistica, s’intrecciano in modo permanente anche con i più moderni temi della filosofia della cultura, in particolare con le questioni semantiche della teoria della conoscenza.
L’edizione italiana di questo saggio fu ispirata da Enzo Melandri, che lo considerava un punto di riferimento imprescindibile per comprendere non solo le origini del pensiero classico, ma anche l’intera grammatica speculativa dell’Occidente, nelle sue forme logico-linguistiche e nelle sue implicazioni metafisico-ontologiche.
Prefazione di Enzo Melandri
Nota al testo
Il linguaggio e la logica arcaica
Avvertenza preliminare
I. Logos ed Epos
1. Eraclito; 2. Parmenide
II. Physis e Nomos
III. Logos agonale e maieutico
IV. Platone
1. Logos pensato e logos parlato; 2. Peras e apeiron nel linguaggio (Due digressioni nel Teeteto); 3. Physis, Nomos, Techne; 4. Logos, Epos, Mythos
V. Aristotele
VI. La dissoluzione della logica arcaica
Forme della logica arcaica di Luca Guidetti
Indice dei nomi