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Padre Freeman ci dà la ricetta essenziale della meditazione cristiana: silenzio, quiete, semplicità, regolarità e disciplina del mantra e che forse sorprenderà i lettori, per lo più convinti che quest'ultima non appartenga al cristianesimo. Ci spiega come questa meditazione sia effettivamente preghiera, in cui non si richiede nulla ma si riceve tutto, in cui la meta massima di un cristiano, la comunione con Dio nello Spirito del Cristo, diventa realtà.
Questa meditazione ha dunque un immenso potere trasformativo e misuriamo il nostro avanzamento su questa via, che è la Via, da come la trasformazione investe il modo in cui vediamo le cose, le nostre relazioni, il nostro ruolo nel mondo, le nostre responsabilità, le nostre paure (prima fra tutte quella della morte). Ha anche il potere di reggere alle pressioni di una civiltà che ci vorrebbe tutti conformi a standard meramente materialistici, e che spesso appiattisce persino le pratiche meditative riducendole alla semplice funzione di rilassamento.
Padre Freeman, autore di fama mondiale, è il priore del convento benedettino di Montreal, fondato dalla Ealing Abbey di Londra ad opera di John Main, di cui egli è oggi considerato l'erede spirituale. Il suo priorato è al centro di una rete internazionale costituita da gruppi di meditazione, presenti anche nel nostro Paese.