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Siamo nella splendida Cina della fine del VII secolo dopo Cristo; Fazang, grande maestro della tradizione buddhista Huayan, è stato convocato a palazzo dall'imperatrice Wu Zetian.
Deve spiegare alla sovrana gli arcani del Sutra della ghirlanda, testo canonico di riferimento della sua scuola. Per sciogliere i dubbi dell'augusta allieva, Fazang ricorre alla statua d'oro di un leone, posta a guardia del palazzo, utilizzandola come metafora.
Così, narra una tradizione non attendibile ma suggestiva, sarebbe stato composto il Trattato del leone d'oro, uno dei grandi classici del pensiero cinese. Al di là di questa gustosa cornice, ci restano le pagine profonde, dense di allusioni di questo testo, in cui un grande pensiero si dispiega, frase dopo frase, davanti al lettore. Il Trattato del Leone d'oro è presentato qui in una nuova traduzione annotata, corredata di una ricca scelta di passi tratti dai due più antichi commentari pervenutici.
Un ampio saggio introduttivo chiarisce il contesto sul cui sfondo va letto il Trattato del leone d'oro, dipanando la fitta rete dei presupposti e dei rimandi dottrinali impliciti nel testo di Fazang.
GIANGIORGIO PASQUALOTTO Prefazione
STEFANO ZACCHETTI Verso il Leone d'oro
Capitolo 1: L'Avataf3sakasùtra
1.1 La storia del testo
1.2 L'Avataßsakasùtra e la tradizione Mahàyàna
1.3 Il pensiero dell'Avataßsakasùtra
Capitolo 2: La scuola Huayan e il Leone d'oro
2.1 La Scuola Huayan nella storia del pensiero buddhista cinese
2.2 Il pensiero della scuola Huayan
2.3 Il Leone d'oro di Fazang
FAZANG
Trattato sul Leone d'oro
Capitolo I: Spiegare l'insorgenza condizionata
Capitolo II: Discernere la materia e la vacuità
Capitolo III: Compendiare le tre nature
Capitolo IV: Manifestare l'assenza di caratteristiche
Capitolo V: Esporre l'assenza di genesi
Capitolo VI: Sui cinque insegnamenti
Capitolo VII: Riassumere i dieci arcani
Capitolo VIII: Raccogliere le sei caratteristiche