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Personaggio malvagio e depravato secondo gli storici del tempo, Lucio Sergio Catilina (108-62 a.C.) fu a lungo una minaccia per la repubblica romana. Il suo obiettivo iniziale era raggiungere il potere a Roma con mezzi tradizionali, ma gli mancarono il danaro e il sostegno per riuscire nell’impresa. Sconfitto per tre volte alle elezioni per il consolato, scelse la via della rivoluzione avendo al suo fianco una schiera di contadini indigenti, proprietari terrieri impoveriti, genti italiche scontente di Roma e debitori di ogni risma. Non riuscì tuttavia a vincere contro le forze del diritto e dell’ordine, trovò uno strenuo oppositore in Cicerone e la rivolta da lui capeggiata fallì. In queste pagine l’autrice ne ricostruisce la vicenda in una luce diversa dalla tradizione storiografica più diffusa, e lo restituisce alla sua tragica grandezza per aver scelto di battersi contro l’esercito di Roma pur nella consapevolezza di andare incontro a morte sicura.
Introduzione
I. Una città sotto l'assedio di Roma
II. Roma dopo Silla
III. I politici e i loro problemi
IV. La prima congiura di Catilina (66-64)
V. La congiura del 63
VI. Dopo Catilina
VII. Gli storici e i cattivi
Cronologia
Nota bibliografica
Indice dei nomi