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Il percorso storico di Gesù, i suoi gesti come le sue parole, sono da leggere in un contesto ebraico. Gesù appartiene infatti al suo popolo. Dal punto di vista religioso e antropologico, egli rimane sostanzialmente un ebreo circonciso l'ottavo giorno, che celebra Pesach, che il sabato va in sinagoga, che legge la Scrittura in ebraico e pronuncia la benedizione sul pane e sul vino.
Per definire l'ebraismo di Gesù l'autore cerca di mettere a fuoco sia le somiglianze che le differenze con le varie forme di ebraismo del suo tempo, per quanto documentate o ricostruibili dalle fonti. Individua quattro tappe essenziali: le origini familiari di Gesù, la preparazione al ministero pubblico nel deserto accanto a Giovanni Battista, il ministero in Galilea che entra talvolta in collisione con l'osservanza dei farisei, la morte a Gerusalemme che comporta lo scontro con l'autorità religiosa sadducea e il potere di occupazione romano.
La prima parte del testo è dedicata all'ebreo Gesù, la seconda all'ebraicità dei Vangeli. Quest'ultima affronta gli aspetti letterari e teologici, spesso problematici, che legano strettamente i testi su Gesù alla Bibbia e alla teologia ebraica, quali il compimento, la sostituzione e l'antigiudaismo cristiano.
Sommario
I. L'EBREO GESÙ. 1. Origini familiari. 2. Preparazione nel deserto. 3. Ministero in Galilea. 4. Compimento a Gerusalemme. II. L'EBRAICITÀ DEI VANGELI. 1. Documenti intragiudaici. 2. Il genere letterario "vangelo". 3. L'evangelo primitivo. 4. Un nuovo paradigma sinottico. 5. Un midrash di Marco. 6. La logica del regno. 7. Un maestro diverso dagli altri. 8. Bibbia ebraica e Antico Testamento. 9. Il compimento delle Scritture. 10. Le cosiddette antitesi. 11. Una teologia sostitutiva? 12. Continuità cronologica. 13. Irenismo lucano. 14. Il vangelo delle feste. 15. Antigiudaismo cristiano? Bibliografia.