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Giovan Battista della Porta (Napoli 1535-1615) ha sperimentato fenomeni e costruito ipotesi interpretative della realtà umana e naturale, ha indagato su ragioni e significati di coincidenze fisiche, astronomiche e astrologiche nell'ambito di una visione ermetico-magica dell'universo. Scrittore prolifico, si è cimentato in trattazioni di ambiziosa prospettiva ed ha riversato il suo empito di geniale sperimentatore anche nell'attività letteraria, componendo commedie di strenuo vigore teatrale e aprendo la strada verso forme di teatro moderno. Accompagnato nell'opinione popolare dalla fama di mago, ma noto negli ambienti scientifici di tutta l'Europa per le sue sperimentazioni e per la molteplicità degli interessi, fu in rapporto epistolare e personale con gli studiosi più famosi del suo tempo. Inventò la camera oscura e lavorò intorno a molti congegni. Cercò a lungo la pietra filosofale, contestò al Galilei il primato dell'invenzione del cannocchiale. Nell'Accademia dei Lincei, chiamato da Federico Cesi a farne parte, ebbe posto di primo piano. Viaggiò molto, ma soprattutto viaggiavano i suoi libri, ricercati ovunque e tradotti in molte lingue, presenti tuttora, in uno sterminato numero di edizioni, in tutte le biblioteche del mondo. L'Edizione nazionale delle sue opere è stata impostata come contributo critico alla conoscenza dell'attività scientifica e letteraria di un tempo reso inquieto dalla crisi delle certezze della cultura rinascimentale. La coltivazione degli alberi da frutta e quella dell'olivo dovevano essere prevalenti nell'economia agricola del Mezzogiorno ed avere un particolare rilievo nella scienza e nella pratica agricola, se Giovan Battista Della Porta, quando affrontò la trattazione dell'agricoltura, si rivolse inizialmente a percorrere ed esplorare il Pomarium e l'Olivetum della sua 'Villa' ideale. Prima ancora, infatti, di diventare il quinto e il sesto libro del complessivo trattato, i due libri raccolti in questo tomo II uscirono a stampa, separatamente, ed ebbero una fortuna indipendente anche dopo la pubblicazione dell'intero trattato, che dava loro una sistemazione organica nell'architettura così accuratamente studiata delle sue dodici tappe: anzitutto la scelta e conduzione del centro gestionale, poi la zona non coltivata della macchia e i modi della coltivazione (libri I-IV), quindi il frutteto e l'oliveto che riguardano piante arboree (libri V-VI), infine la vigna e gli altri arbusti, il giardino e il prato, che saranno argomento degli altri due tomi (libri VII-IX, X-XII). Se al frutteto il Della Porta dedica lo spazio maggiore, sviluppando un vero trattato di frutticoltura, in cui trovano posto le tecniche di coltivazione e di potatura degli alberi, le molteplici forme d'innesto, le caratteristiche peculiari delle numerose specie frutticole a lui note, accanto alla storia di ciascuna, all'indicazione delle esigenze climatiche, pedologiche e agronomiche, all'elencazione delle varietà diffuse a Napoli e nell'Italia meridionale, non manca nel libro successivo una descrizione dettagliata delle forme di coltivazione dell'olivo tipiche delle diverse contrade e della produzione olearia nella sua varietà. La fortuna singolare del Pomarium e dell'Olivetum si riflette nell'apparato di questo tomo, il quale dà conto, oltre che delle fonti, anche della duplice redazione del testo.
Appendice al Tomo II
LIBER QUINTUS SIVE POMARIUM
Prooemium
CAPUT I. Quid sit pomarium, quid pomum et de Pomona dea
CAPUT II. De pomarii positione et solo
CAPUT III. De pomiferarum arborum remediis
CAPUT IV De futurae ubertatis et caritatis fructuum prognosticis
CAPUT V De malo medica sive citrio eiusque generi bus
CAPUT VI. De limonibus malis
CAPUT VII. De malo aureo
CAPUT VIII. De limone
CAPUT IX. De poncerio
CAPUT X. De pomo Adami
CAPUT XI. De malo cotoneo
CAPUT XII. De malo
CAPUT XIII. De malo verna
CAPUT XIV De pyro
CAPUT XV De sorbo
CAPUT XVI. De ficu et eius inventione et laudibus
CAPUT XVII. De moro
CAPUT XVIII. De persicis et primum de praecoci
CAPUT XIX. De Armeniaco persicorum specie
CAPUT XX. De persicis et duracinis
CAPUT XXI. De prunis
CAPUT XXII. De myxis
CAPUT XXIII. De palmis
CAPUT XXIV De cerasis
CAPUT XXV De pumila ceraso
CAPUT XX. De olearum plantatione CAPUT XXI. De olearum cultu CAPUT XXII. De oleae insitione
CAPUT XXIII. Quid arte paratuve in olea fieri possit
CAPUT XXIV. Olearum fertilitatis et caritatis prognostica CAPUT XXV. De morbis oleae et remediis et primo de nimia fertilitate et vermiculatione
CAPUT XXVI. De particularibus oleae morbis
CAPUT XXVII. De morbis, qui ex aeris excessu veniunt locorum proprietate et ab animalibus
CAPUT XXVIII. De praeparandis ad olivitatem necessariis vasis et instrumentis
CAPUT XXIX. De olivitatis tempore
CAPUT XXX. De leguli, custodis, capulatoris et factoris officio CAPUT XXXI. Acerbi vel viridis olei faciundi ratio
CAPUT XXXII. De maturi olei conficiendi ratione
CAPUT XXXIII. Purgandi modi a vitiis oleum
CAPUT XXXIV Albae olivae quomodo condiantur
CAPUT XXXV Nigrae olivae conditura
CAPUT XXXVI. Colymbades olivae quomodo fiant CAPUT XXXVII. De amurca
CAPUT XXXVIII. De aliis olei generibus CAPUT XXXIX. Oleae et oleastri materies
CAPUT XL. Super olei natura veterum philosophorum aliqua notatu digna