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San Francesco per la giustizia della sua epoca era a tutti gli effetti uno stregone: piantava gli alberi sacri, parlava agli uccelli e praticava la divinazione sulle Scritture. Ce n`era abbastanza per scomunicarlo, ma la Chiesa dell`epoca non lo fece e a ragione. Perchè? Attraverso uno studio rigoroso delle fonti, Andrea Armati riporta alla luce i particolari più oscuri della vita di San Francesco. Goethe diceva che «scrivere la storia è un modo per sbarazzarsi del passato». Sante parole! Nel passato infatti ci sono delle zone d'ombra così torbide che conoscerle farebbe vacillare la nostra fede. In questi casi per uno storico di professione è sempre meglio tacere, dimenticarsi dei documenti, lasciare che le fonti marciscano negli archivi. È successo anche per San Francesco, e a riportare oggi alla luce i suoi riti magici si rischia di essere fraintesi. Sì, perchè Lo stregone di Assisi non è un titolo studiato ad hoc per impressionare il pubblico, come molti penserebbero oggi che la propaganda religiosa ha oscurato i documenti e messo a tacere il passato. San Francesco infatti per la giustizia della sua epoca era a tutti gli effetti uno stregone: piantava gli alberi sacri, parlava con gli uccelli e praticava la divinazione sulle Scritture. Ce n'era abbastanza per scomunicarlo, ma la Chiesa non lo fece e a ragione. Perchè? Se vogliamo capire chi era davvero Francesco di Bernardone e non fermarci più alle apparenze, allora dobbiamo risolvere questo rompicapo giudiziario. E da buoni investigatori dobbiamo prima ricostruire il Medioevo scomodo, il Medioevo di cui poco si parla, quel tempo in cui il potere sulle masse passava ancora per la magia, quel tempo in cui il più grande santo della cristianità impugnò il bastone degli sciamani per far crescere gli alberi e prosciugare i ruscelli.